In questo anno 2020, sedici associazioni ferraresi con interessi e impegni in ambito ambientale si sono unite col nome di Rete per la Giustizia Climatica, hanno presentato al Comune tre petizioni firmate da oltre 1000 cittadini ognuna, stanno attualmente partecipando alla scrittura delle caratteristiche che dovrà avere il servizio di manutenzione del verde pubblico nel territorio comunale, e continuano ad incontrarsi e progettare.
Per prima cosa, ciascun gruppo ha riconosciuto negli altri la propria tensione ideale, la
stessa urgenza di mettere a punto e agire: non era mai successo in città che associazioni diverse per tradizione, formazione, età dei soci, anzianità di esperienza si siano unite. C’è voluto coraggio per superare i timori tipici del mettere insieme tante diversità, per dedicare tempo ad un impegno dai confini ignoti in un anno perturbato come questo, ognuno con l’impegno implicito di rispettare i propri scopi sociali. Era il mese di marzo.
Poi è stato necessario individuare e provare metodi di lavoro efficaci e inclusivi di tutti gli apporti possibili, ma capaci di sintesi concrete e praticabili. All’inizio è stato steso un lungo manifesto dove trovano posto necessità e obiettivi a larghissimo raggio: dalla mitigazione del clima alla mobilità cittadina, dalla riduzione dell’inquinamento alla progettazione di nuovi modi di abitare e vivere, dalla partecipazione ai progetti pubblici alla massima trasparenza dei dati e dei processi decisionali. Questi sono i
principi fondamentali della Rete di Giustizia Climatica:
apartiticità, gratuità e informalità, orizzontalità, inclusività, urgenza, ecologia ambientale e sociale.Infine tutto il materiale raccolto, scritto, discusso e riscritto è stato distribuito con logica e formulato in richieste nelle tre petizioni. Era arrivato l’inizio dell’estate e le associazioni aderenti erano diventate diciannove.
La prima delle tre petizioni -
“Agenda lavoro per la riconversione ecologica della città di Ferrara” - contiene soprattutto la richiesta fondamentale agli Amministratori pubblici di accettare il metodo della co-progettazione per tutti i temi ambientali: cittadini, politici, tecnici, associazioni sono “progettisti” tutti sullo stesso piano e con la stessa dignità. Infatti per risultati nuovi e duraturi occorre suscitare creatività e responsabilità diffuse, che non attecchiscono in un ambiente “gerarchico”.
“Più boschi per la città” con l’applicazione di norme esistenti e l’impegno di creare una vera cintura boscata attorno alla città. Con la terza -Nella seconda petizione si chiedono
“Per una mobilità sostenibile nella città delle biciclette” - si chiede l’attuazione urgente di progetti già in gran parte previsti.
Sono richieste ragionevoli e urgenti, come sta dimostrando questo anno, che ha costretto tutte le donne e gli uomini del mondo a prendere lezioni di pandemia, ovvero a misurare sulla propria pelle la nostra fragilità e l’insensatezza di insistere nel prendere a calci la natura, come se fosse un somaro recalcitrante, da piegare al servizio dello sviluppo e della crescita.
Le risposte ai quesiti delle petizioni - arrivate la prima ad agosto, le altre due a fine ottobre, con un certo ritardo - contengono rassicurazioni sul fatto che quasi tutti i punti sono già previsti in azioni o programmi dell’amministrazione e manifestano adesione e concordanza agli obiettivi di rispetto ambientale delle Rete di Giustizia Climatica.
In quelle carte, tuttavia, non vi è risposta alle richieste di accelerazione e urgenza dei processi, né dell’utilizzo del metodo di co-progettazione. In definitiva mancano impegni precisi rispetto alle nostre richieste puntuali.
In parallelo è giunto l’invito alla Rete, da parte dell’Assessore all’Ambiente Alessandro Balboni, a partecipare ad un tavolo di lavoro con lo scopo di migliorare la manutenzione del verde pubblico apportando modifiche al Regolamento del Verde e al Contratto di Servizio tra il Comune e Ferrara Tua. Nel corso di un incontro pubblico,l’Assessore ha accettato di utilizzare in quella sede il metodo della co-progettazione: gli incontri sono già iniziati.
Questo è il racconto sintetico dei primi mesi di vita della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara: possiamo dire di essere all’inizio di un cammino pieno di novità e incertezze, tranne una: le soluzioni più radicali, oggi appaiono le più realistiche.