La Rete Emergenza Climatica Ambientale ha analizzato la delibera 7 agosto n.1407/2023 relativa alla Valutazione Ambientale e Territoriale in materia urbanistica (ValSAT). La giudica sbagliata e ne chiede il ritiro: il comunicato stampa.
Il Forum Ferrara Partecipata è nato su proposta della Rete Giustizia Climatica per unire alle associazioni ambientaliste della Rete altre organizzazioni, forze sociali e cittadini contrari al progetto Fe.ris e che intendono impegnarsi nel contrastarlo e pensare a un diverso modello di città.
Gli obiettivi del Forum Ferrara Partecipata:
Le adesioni al Forum sono aperte a tutti, ad eccezione di chi svolge un ruolo di rappresentanza attivo in organizzazioni politiche. Questo per mantenere chiara la differenza tra le diverse funzioni e ruoli di cittadinanza attiva e di rappresentanza politica. Ma collaboreremo con chiunque condivida e nostre posizioni. Le adesioni da parte di associazioni, cittadini e tecnici sono già state molte. La lista delle adesioni è disponibile è in fondo a questa pagina (il sito del Forum è in preparazione): chi, presente in sala, volesse aderire e ricevere informazioni basta che ci scriva all’indirizzo mail del Forum. Un primo volantinaggio informativo che abbiamo fatto nei quartieri più coinvolti, ha dato un ottimo riscontro di interesse e sono già nati comitati di quartiere.
L'area complessiva è di 34.177 mq. 30.097 patrimonio privato di Cassa Depositi e Prestiti e 3.400 mq pubblici (la piazza). Verrebbe realizzato uno studentato per 400 posti negli edifici a nord e a ovest (13.180 mq), nell’edificio a est residenze private (3084 mq) per un totale di recupero degli edifici storici per 17.260 mq.
Sarebbe prevista inoltre una edificazione di due nuovi edifici da 10.000 mq di fianco a Schifanoia, due nuovi grandi edifici (1280 mq per commercio di vicinato, 8730 per per uffici pubblici o studentato, probabilmente entrambi) con un grande aumento delle volumetrie perchè l’altezza degli edifici sarebbe di 18,5 metri, mentre i vecchi manufatti che verrebbero abbattuti sono 8000 mq con un'altezza di pochi metri. La cavallerizza verrebbe poi trasformata in una food court (locali per ristorazione, locali benessere….)
Non c’è un rilevante interesse pubblico: le residenze e lo studentato non hanno neanche prezzi calmierati. C'è un grande interesse per il privato che vedrebbe decuplicare il valore immobiliare.
In passato si era parlato di campus universitario in collaborazione con l’università, di funzioni collegate ai poli museali, di un centro congressi alla Cavallerizza … adesso si legge di residenze a libero mercato e negozi…. tutti interventi finalizzati alla redditività dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.
Si vuole costruire un parcheggio di 8.545 mq in un’area nel Vallo delle Mura, dirimpetto al baluardo di sant'Antonio, nell’area ex deposito Silla di 12.950 mq vincolata a verde nell’attuale piano urbanistico (sarebbero le dotazioni di parcheggi privati e standard dovuti per legge per la trasformazione in residenziale della caserma che verrebbero spostati qui).
Realizzare un parcheggio ai piedi delle Mura rappresenta un grave danno paesaggistico al patrimonio delle Mura..
L’area ex Edilizia estense dovrebbe essere invece acquistata dal Comune e lasciata a verde a completamento del progetto delle Mura, si perde l’occasione unica di acquisire i terreni e di decementificarli restituendo alle Mura storiche quell'area.Un parcheggio sul vallo delle Mura che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e le fortificazioni storiche è sbagliato paesaggisticamente perché irrispettoso del contesto, ma è sbagliato anche secondo ogni criterio nuovo di mobilità. E’ un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell'automobile privata, che porta le auto in centro invece di puntare sul trasporto pubblico.
Si vuole costruire un ipermercato tra via Turchi, via Castagno e via Frutteti di fronte alle Mura in sfregio al valore architettonico paesaggistico di questo patrimonio Unesco. Di fronte alle Mura, in una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città, si vuole costruire un nuovo ipermercato in un’area vincolata a verde nel piano regolatore.
L’area interessata è di 27.410 mq. Attualmente 26.130 mq di verde a seminativo e 1.280 mq di fondiario (occupato dalla villa che verrà demolita). Con la realizzazione del progetto avremmo 10.950 mq di verde a “parco” e 15758 mq di fondiario. Ci sarebbe una perdita di 15.180 mq di area verde. E’ prevista un’ area di vendita di 3.750 mq, ma risultano 9.450 i mq di superficie utile a destinazione commerciale ( deposito magazzino di carico e scarico merci ) e 14.477 mq di parcheggi interrati, L'altezza massima dell’edificio è di 15 metri, quindi molto impattante.
Non si possono “sigillare”, cementificare altri 15.000 mq di area verde. Non ce lo possiamo più permettere: le aree verdi ci proteggono dalle ondate di calore e favoriscono il deflusso delle acque nelle situazioni sempre più frequenti delle bombe d’acqua.
Non si può in piena crisi climatica continuare ad operare con le vecchie logiche di più sviluppo e continuare a consumare territorio come sempre è stato fatto. Il comune aveva preso un impegno e non possiamo accettare questa incoerenza: “Stop consumo di suolo” non può restare uno slogan ,“Far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” non può restare una vuota promessa perché i fenomeni di desertificazione, siccità e inondazioni li stiamo già vivendo.
Abbiamo visto Ferrara allagata, sappiamo che eventi estremi si manifesteranno sempre più frequentemente con l’alternarsi di periodi di siccità e di violente precipitazioni, sappiamo che ogni intervento di mitigazione del rischio va realizzato al più presto, altrimenti continueremo a fare la conta dei danni, a spendere risorse per riparare i danni e non per prevenire i disastri.
Sappiamo che per ridurre i rischi di allagamento gli interventi di deimpermeabilizzazione dei suoli nelle aree urbane sono una priorità tra gli interventi da mettere in campo per permettere l’assorbimento delle acque piovane.In piena crisi climatica non si può continuare a perseguire vecchi modelli di sviluppo fallimentari mentre dovremo modificare radicalmente stili di vita, di produzione e di consumo e ripensare i modelli di città.
Non è un progetto rigenerativo un nuovo ipermercato che cementifica terreno agricolo né è innovativo perché rappresenta la perpetuazione di un modello di sviluppo e di consumo ormai in via di superamento ovunque.
Non è un progetto rigenerativo e non è innovativo un nuovo parcheggio in via Volano. Qui vediamo un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell'automobile privata a detrimento del trasporto collettivo, in aperta controtendenza con quanto si sta sperimentando in tante città del nord Europa sempre più“ car free”.
Non e’ rigenerativo né innovativo recuperare la caserma aggiungendo nuova edificazione e senza un disegno complessivo di città.
3. NON C’E’ PUBBLICA UTILITA’
Ognuno di questi progetti si può realizzare solo con varianti al piano urbanistico. L’unico strumento che permette le varianti in questa fase è l' accordo di programma pubblico/privato che permette varianti al piano regolatore per interventi di rilevante interesse pubblico, e con il 50% del valore realizzato restituito al comune. E’ evidente come non ci sia utilità pubblica nel progetto che accorpa in un unico accordo l’area di via Cisterna del Follo, l’ipermercato in via Caldirolo e il parcheggio in via Volano.
Non c’è nessun bene pubblico per il parcheggio in via Volano
Egualmente nessuna utilità pubblica ha un altro centro commerciale in via Caldirolo. Assurdo.
E per l’area della caserma? Non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento. Quali finalità pubbliche vengono garantite? Si legge di residenze a libero mercato e negozi .. tutti interventi finalizzati alla redditività dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.
Questo progetto regala solo valore immobiliare al privato senza che ci sia l’interesse pubblico: non c’è neanche lo studentato a prezzi calmierati
4. NON C'È RISPETTO PER IL PATRIMONIO STORICO DEL PROGETTO MURA E DELL’ ASSE MONUMENTALE SCHIFANOIA / BONACOSSI
Che si blocchi questo progetto in toto.
Che si cancellino i progetti del supermercato e del parcheggio in sfregio alle Mura.
Che si riformuli un nuovo progetto di recupero della caserma che sia di pubblica utilità, che si limiti a restaurare i tre edifici storici della caserma e che non preveda due edifici nuovi da 10.000 mq e altezza di 18 metri.
Che si coinvolgano i cittadini e si apra un dibattito nella città, recuperando idee di utilizzo della caserma già formulate in passato e formulandone di nuove.
Vogliamo costruire proposte “dal basso” sull’alternativa al Feris e in generale sull'idea di città.
Abbiamo bisogno di idee inserite in un quadro di insieme, in un quadro complessivo di progettualità, in una visione rivolta al futuro.
I cittadini devono poter aver voce sulle decisioni che modificano la qualità dell’abitare e vivere la città.
Il 5 dicembre 2022 è stato il primo incontro pubblico del Forum Ferrara Partecipata: ne seguiranno altri, per approfondire e coinvolgere tutti nelle scelte sulla qualità della città che vogliamo.
Documento costitutivo
A seguito della positiva discussione avuta il 24 settembre 2022, intendiamo, come Associazioni, Organizzazioni sociali e cittadini, dare vita al Forum Ferrara Partecipata.
Tale Forum prende le mosse dall’intenzione, in primo luogo, di bloccare il progetto FERIS: esso è radicalmente sbagliato, privo di utilità pubblica, ambientalmente non sostenibile, regressivo rispetto ad un’idea di città che guarda al futuro.
La nostra iniziativa di contrasto di tale progetto, per fermarlo e modificarlo in termini sostanziali, vuole basarsi su un lavoro di informazione e coinvolgimento della cittadinanza, sui necessari approfondimenti tecnico-giuridici collegati ad esso e sulla pressione nei confronti delle istituzioni e della politica.
Nello stesso tempo, Forum Ferrara Partecipata vuole intervenire per elaborare anche ipotesi alternative rispetto all’idea di ridisegno della città e del suo futuro. In questo senso, riteniamo necessario cogliere il nesso ( e le contraddizioni) tra il
progetto FERIS e il Piano Urbanistico Generale, di cui è iniziata la discussione, promuovere un dibattito largo in città in proposito, affermarne un’idea di luogo di condivisione, socialità e solidarietà, contrastare le logiche di privatizzazione degli spazi pubblici.
Infine, a differenza del percorso individuato dall’attuale Amministrazione Comunale, vogliamo far leva sull’idea della partecipazione diffusa e dal basso, ingrediente fondamentale per far avanzare le nostre idee per il futuro della città.
Forum Ferrara Partecipata vuole essere uno spazio inclusivo e largo, partendo dai presupposti sopra delineati, con la consapevolezza che esistono molte forze ed energie che possono lavorare ed unirsi per produrre un progetto per gli anni a venire della nostra città.
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