reca: ritirare la delibera regionale

La Rete Emergenza Climatica Ambientale ha analizzato la delibera 7 agosto n.1407/2023 relativa alla Valutazione Ambientale e Territoriale in materia urbanistica (ValSAT). La giudica sbagliata e ne chiede il ritiro: il comunicato stampa.

Bologna, 7 settembre 2023. Abbiamo visto la delibera di Giunta Regionale 1407 del 7 agosto 2023, dal titolo “Precisazioni in ordine ai compiti e ai contenuti della relazione istruttoria di ARPAE nell'ambito delle istruttorie di ValSAT di piani urbanistici”. Se è vero che con essa non viene cancellata la VAS-ValSAT prevista dalla LR 24/2017, sicuramente però viene rivisto pesantemente il ruolo di ARPAE nel suo supporto alla attività istruttoria delle Province e della Città metropolitana di Bologna sui procedimenti dei piani urbanistici e territoriali e in particolare sui procedimenti di valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (ValSAT). 
Quello che viene infatti modificato è il fatto che il parere di ARPAE non è più “dovuto” e soprattutto diventa oneroso e, se richiesto, dovrà essere oggetto di una specifica convenzione. In più, le stesse Province e la Città metropolitana, non devono più tener conto della valutazione, positiva o negativa, del parere istruttorio di ARPAE.
Il rischio reale e concreto è che da domani non ci sarà mai più nessuno che farà valutazioniperché abbiamo le Province che, se va bene, hanno un f unzionario che si occupa di queste cose, non hanno più persone competenti per la parte ambientale (che sono finite tutte in ARPAE con “l’abolizione” delle Province), ma non hanno neanche le risorse economiche e non ce la fanno di conseguenza a smaltire le pratiche e le istruttorie ambientali e
urbanistiche.
Comunque sia, c’è una questione preliminare, e cioè che si interviene su una legge semplicemente con una delibera di Giunta, fatto che si presta ad un serio dubbio di legittimità costituzionale, ma ancor più apre un problema politico, nel momento in cui si è deciso di non passare attraverso l’Assemblea legislativa regionale.
Nel merito, poi, non siamo in presenza della cancellazione della VAS-ValSAT, ma certamente di un suo serio depotenziamnento. Con questo colpo di mano, la Giunta regionale compie un notevole arretramento sulle politiche e i controlli ambientali. Dopo la vicenda dell’alluvione e a fronte di orientamenti del governo nazionale che quotidianamente non perde l’occasione per additare i vincoli e le politiche ambientali come un impedimento
per lo sviluppo del Paese, ci saremmo attesi che la Regione Emilia-Romagna rafforzasse le proprie scelte per la tutela ambientale (e per ridurre il consumo di suolo), non certo un loro allentamento. Già oggi ARPAE non svolge adeguatamente il suo ruolo e le stesse Province sono state svuotate di competenze, risorse e personale e certamente assecondare questa tendenza, coma fa la delibera agostana della Giunta regionale, è decisamente sbagliato e controproducente.
Occorre, invece, battere un’altra strada e invertire questa tendenza: per questo chiediamo che la Giunta regionale revochi la delibera, che si apra una larga discussione e si giunga all’approvazione della legge di iniziativa popolare che RECA ha avanzato da un anno per fermare il consumo di suolo, mettere in campo provvedimenti che rafforzino ruolo, competenze e risorse delle Province e della Città metropolitana, dare più autonomia e risorse ad ARPAE. In particolare, in tema di competenze, che una volta erano in capo alle Province - siccome le Province non sono mai state cancellate di fatto- meglio allora restituirle alle Province insieme alle risorse economiche e umane.

In ogni caso, come RECA continueremo la nostra iniziativa perché questi obiettivi si possano realizzare.




Partecipate, fate partecipare, passate parola

Portate un cartello con il vostro perchè NO al FE.RIS.


Sabato 4 febbraio ore 10:30 - 11:00
in via Scandiana, 16
FLASH MOB

Per una città libera dal traffico e dal cemento. Per una città democratica, non privatizzata, che guarda al suo futuro.
Per dire NO a Fe.Ris, il progetto che svende ai privati l’ex caserma Pozzuolo del Friuli, dove verranno aggiunti nuovi volumi di edificazione alti 18 metri, e che cementifica aree di pregio in prossimità delle Mura: invia Volano, per realizzare un parcheggio, in via Caldirolo per l’ennesimo ipermercato.
Perché è un progetto che viene spacciato per “riqualificazione urbana”, mentre invece si preoccupa soltanto degli interessi di pochi privati, togliendo verde alla città, peggiorando il traffico e ferendo il nostro patrimonio storico.
Perché l’area dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli è un bene pubblico e come tale deve essere utilizzato. Non può essere “regalata” ai privati un’area di straordinario valore artistico e urbano come questa, per realizzarvi uno studentato privato, residenze private e una “ food court”.
Perchè i cittadini devono essere coinvolti nella progettazione della città e nelle scelte che li riguardano.

PERCHE’ IL FORUM

Il Forum Ferrara Partecipata è nato su proposta della Rete Giustizia Climatica per unire alle associazioni ambientaliste della Rete altre organizzazioni, forze sociali e cittadini contrari al progetto Fe.ris e che intendono impegnarsi nel contrastarlo e pensare a un diverso modello di città. 


si e' costituito perche'

  • Per contrastare il progetto Fe.ris, il progetto di “rigenerazione” dell’area dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli legato alla costruzione di un parcheggio in via Volano ai piedi delle Mura e a un inutile ipermercato in via Caldirolo di fronte alle Mura. Un progetto radicalmente sbagliato, ambientalmente non sostenibile, non innovativo anzi regressivo perché ripropone modelli di sviluppo ormai vecchi e superati, privo di utilità pubblica perché avvantaggia solo i profitti dei privati, incoerente con gli obiettivi dell’agenda 2030 e in contrasto anche con le linee guida del futuro piano urbanistico.
  • Per coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano il futuro della città, avviare un percorso di cittadinanza attiva finalizzato alla costruzione di una visione condivisa della trasformazione della città. Ancora una volta, infatti, sono state prese decisioni importanti per la città senza il confronto e la partecipazione dei cittadini. Eppure sarebbe stata questa l’occasione giusta per creare uno spazio di confronto pubblico dove approfondire idee, proposte e visioni per la Ferrara futura.

Gli obiettivi del Forum Ferrara Partecipata: 

  1. Bloccare il progetto. Modificarlo totalmente e riprogettarlo per una riqualificazione dell'area dell’ ex caserma che sia realmente sostenibile e di pubblico vantaggio.
  2. Informare e sensibilizzare i cittadini. C’è ancora molta disinformazione su questo progetto.
  3. Creare spazi di confronto e coinvolgere i cittadini nelle scelte della città futura anche alla luce del nuovo piano urbanistico.


come aderire

Le adesioni al Forum sono aperte a tutti, ad eccezione di chi svolge un ruolo di rappresentanza attivo in organizzazioni politiche. Questo per mantenere chiara la differenza tra le diverse funzioni e ruoli di cittadinanza attiva e di rappresentanza politica. Ma collaboreremo con chiunque condivida e nostre posizioni. Le adesioni da parte di associazioni, cittadini e tecnici sono già state molte. La lista delle adesioni è disponibile è in fondo a questa pagina (il sito del Forum è in preparazione): chi, presente in sala, volesse aderire e ricevere informazioni basta che ci scriva all’indirizzo mail del Forum. Un primo volantinaggio informativo che abbiamo fatto nei quartieri più coinvolti, ha dato un ottimo riscontro di interesse e sono già nati comitati di quartiere. 


i 3 progetti

  1. Area dell'ex Caserma
  2. Parcheggio Via Volano
  3. Ipermercato Via Caldirolo

1. area dell'ex caserma

L'area complessiva è di 34.177 mq. 30.097 patrimonio privato di Cassa Depositi e Prestiti e 3.400 mq pubblici (la piazza). Verrebbe realizzato uno studentato per 400 posti negli edifici a nord e a ovest (13.180 mq), nell’edificio a est residenze private (3084 mq) per un totale di recupero degli edifici storici per 17.260 mq.


Sarebbe prevista inoltre una edificazione di due nuovi edifici da 10.000 mq di fianco a Schifanoia, due nuovi grandi edifici (1280 mq per commercio di vicinato, 8730 per per uffici pubblici o studentato, probabilmente entrambi) con un grande aumento delle volumetrie perchè l’altezza degli edifici sarebbe di 18,5 metri, mentre i vecchi manufatti che verrebbero abbattuti sono 8000 mq con un'altezza di pochi metri. La cavallerizza verrebbe poi trasformata in una food court (locali per ristorazione, locali benessere….)

Non c’è un rilevante interesse pubblico: le residenze e lo studentato non hanno neanche prezzi calmierati. C'è un grande interesse per il privato che vedrebbe decuplicare il valore immobiliare.

In passato si era parlato di campus universitario in collaborazione con l’università, di funzioni collegate ai poli museali, di un centro congressi alla Cavallerizza … adesso si legge di residenze a libero mercato e negozi…. tutti interventi finalizzati alla redditività dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.

  • Si cementificherebbe ulteriormente con due nuovi edifici alti 18 metri
  • Si rinuncerebbe a ripristinare il giardino di Schifanoia
  • Si aumenterebbe il traffico e l'inquinamento, già ora via Scandiana e via Cisterna del Follo sopportano un notevole disagio da traffico.
  • Soprattutto manca la tutela del bene comune.
Manca qualsiasi visione di sviluppo della città che tenga conto delle importanti caratteristiche del quartiere, dell’identità di un’area che si è conservata nel corso della storia ricca di monumenti e musei.



2.parcheggio via volano

Si vuole costruire un parcheggio di 8.545 mq in un’area nel Vallo delle Mura, dirimpetto al baluardo di sant'Antonio, nell’area ex deposito Silla di 12.950 mq vincolata a verde nell’attuale piano urbanistico (sarebbero le dotazioni di parcheggi privati e standard dovuti per legge per la trasformazione in residenziale della caserma che verrebbero spostati qui).

Realizzare un parcheggio ai piedi delle Mura rappresenta un grave danno paesaggistico al patrimonio delle Mura..

L’area ex Edilizia estense dovrebbe essere invece acquistata dal Comune e lasciata a verde a completamento del progetto delle Mura,  si perde l’occasione unica di acquisire i terreni e di decementificarli restituendo alle Mura storiche quell'area.

Un parcheggio sul vallo delle Mura che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e le fortificazioni storiche è sbagliato paesaggisticamente perché irrispettoso del contesto, ma è sbagliato anche secondo ogni criterio nuovo di mobilità. E’ un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell'automobile privata, che porta le auto in centro invece di puntare sul trasporto pubblico. 

  • Non è un parcheggio scambiatore perché i parcheggi scambiatori stanno ai limiti esterni della città e sono collegati da navette pubbliche.
  • Congestionerebbe ulteriormente il nodo di San Giorgio.
  • Avremmo più traffico e inquinamento anche qui.


3. ipermercato via caldirolo

Si vuole costruire un ipermercato tra via Turchi, via Castagno e via Frutteti di fronte alle Mura in sfregio al valore architettonico paesaggistico di questo patrimonio Unesco. Di fronte alle Mura, in una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città, si vuole costruire un nuovo ipermercato in un’area vincolata a verde nel piano regolatore.

L’area interessata è di 27.410 mq. Attualmente 26.130 mq di verde a seminativo e 1.280 mq di fondiario (occupato dalla villa che verrà demolita). Con la realizzazione del progetto avremmo 10.950 mq di verde a “parco” e 15758 mq di fondiario. Ci sarebbe una perdita di 15.180 mq di area verde. E’ prevista un’ area di vendita di 3.750 mq, ma risultano 9.450 i mq di superficie utile a destinazione commerciale ( deposito magazzino di carico e scarico merci ) e 14.477 mq di parcheggi interrati, L'altezza massima dell’edificio è di 15 metri, quindi molto impattante.


Poco importa che tutto questo nuovo cemento venga parzialmente camuffato, “armonizzato”, con un tetto verde.

Non si possono “sigillare”, cementificare altri 15.000 mq di area verde. Non ce lo possiamo più permettere: le aree verdi ci proteggono dalle ondate di calore e favoriscono il deflusso delle acque nelle situazioni sempre più frequenti delle bombe d’acqua. 

  • Congestionerà il traffico su via Caldirolo, via Frutteti e via Turchi e aumenterà l’inquinamento. 
  • Non serve alla città già invasa da centri commerciali, con il più alto rapporto in regione tra superficie di vendita e abitanti. Si trova in un’area in cui, nel raggio di poco più di 1 km, ce ne sono altri 5.
  • Non genera posti di lavoro e non riduce il costo del “carrello della spesa”.




complessivamente siamo contrari perche'

non c'e' sostenibilita'
ambientale, non c'è
rigenerazione urbana,
non c'e'
pubblica utilita' 

  1. NON C’E’ SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
E’ un progetto che consuma suolo. Non possiamo più aumentare il costruito a scapito delle aree agricole e naturali. Arrestare il consumo di suolo rappresenta una strategia fondamentale per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità, per mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale.

Non si può in piena crisi climatica continuare ad operare con le vecchie logiche di più sviluppo e continuare a consumare territorio come sempre è stato fatto. Il comune aveva preso un impegno e non possiamo accettare questa incoerenza: “Stop consumo di suolo” non può restare uno slogan ,“Far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” non può restare una vuota promessa perché i fenomeni di desertificazione, siccità e inondazioni li stiamo già vivendo.

Abbiamo visto Ferrara allagata, sappiamo che eventi estremi si manifesteranno sempre più frequentemente con l’alternarsi di periodi di siccità e di violente precipitazioni, sappiamo che ogni intervento di mitigazione del rischio va realizzato al più presto, altrimenti continueremo a fare la conta dei danni, a spendere risorse per riparare i danni e non per prevenire i disastri.

Sappiamo che per ridurre i rischi di allagamento gli interventi di deimpermeabilizzazione dei suoli nelle aree urbane sono una priorità tra gli interventi da mettere in campo per permettere l’assorbimento delle acque piovane.
2. NON C’E’ RIGENERAZIONE E INNOVAZIONE

In piena crisi climatica non si può continuare a perseguire vecchi modelli di sviluppo fallimentari mentre dovremo modificare radicalmente stili di vita, di produzione e di consumo e ripensare i modelli di città.

Non è   un progetto rigenerativo un nuovo ipermercato che cementifica terreno agricolo né è innovativo perché rappresenta la perpetuazione di un modello di sviluppo e di consumo ormai in via di superamento ovunque.

Non è un progetto rigenerativo e non è innovativo un nuovo parcheggio in via Volano. Qui vediamo un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell'automobile privata a detrimento del trasporto collettivo, in aperta controtendenza con quanto si sta sperimentando in tante città del nord Europa sempre più“ car free”.

Non e’ rigenerativo né innovativo recuperare la caserma aggiungendo nuova edificazione e senza un disegno complessivo di città.


3. NON C’E’ PUBBLICA UTILITA’


Ognuno di questi progetti si può realizzare solo con varianti al piano urbanistico. L’unico strumento che permette le varianti in questa fase è l' accordo di programma pubblico/privato che permette varianti al piano regolatore per interventi di rilevante interesse pubblico, e con il 50% del valore realizzato restituito al comune. E’ evidente come non ci sia utilità pubblica nel progetto che accorpa in un unico accordo l’area di via Cisterna del Follo, l’ipermercato in via Caldirolo e il parcheggio in via Volano.

Non c’è nessun bene pubblico per il parcheggio in via Volano

Egualmente nessuna utilità pubblica ha un altro centro commerciale in via Caldirolo. Assurdo.

E per l’area della caserma? Non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento. Quali finalità pubbliche vengono garantite? Si legge di residenze a libero mercato e negozi .. tutti interventi finalizzati alla redditività dei soggetti privati che gestiranno quelle attività.

Questo progetto regala solo valore immobiliare al privato senza che ci sia l’interesse pubblico: non c’è neanche lo studentato a prezzi calmierati


4. NON C'È RISPETTO PER IL PATRIMONIO STORICO DEL PROGETTO MURA E DELL’ ASSE MONUMENTALE SCHIFANOIA / BONACOSSI



cosa proponiamo

Che si blocchi questo progetto in toto.


Che si cancellino i progetti del supermercato e del parcheggio in sfregio alle Mura.


Che si riformuli un nuovo progetto di recupero della caserma che sia di pubblica utilità, che si limiti a restaurare i tre edifici storici della caserma e che non preveda due edifici nuovi da 10.000 mq e altezza di 18 metri.  


Che si coinvolgano i cittadini e si apra un dibattito nella città, recuperando idee di utilizzo della caserma già formulate in passato e formulandone di nuove.

Vogliamo costruire proposte “dal basso” sull’alternativa al Feris e in generale sull'idea di città.

Abbiamo bisogno di idee inserite in un quadro di insieme, in un quadro complessivo di progettualità, in una visione rivolta al futuro.

I cittadini devono poter aver voce sulle decisioni che modificano la qualità dell’abitare e vivere la città.


Il 5 dicembre 2022 è stato il primo incontro pubblico del Forum Ferrara Partecipata: ne seguiranno altri, per approfondire e coinvolgere tutti nelle scelte sulla qualità della città che vogliamo.



documento costitutivo e aderenti

Documento costitutivo

A seguito della positiva discussione avuta il 24 settembre 2022, intendiamo, come Associazioni, Organizzazioni sociali e cittadini, dare vita al Forum Ferrara Partecipata.
Tale Forum prende le mosse dall’intenzione, in primo luogo, di bloccare il progetto FERIS: esso è radicalmente sbagliato, privo di utilità pubblica, ambientalmente non sostenibile, regressivo rispetto ad un’idea di città che guarda al futuro.
La nostra iniziativa di contrasto di tale progetto, per fermarlo e modificarlo in termini sostanziali, vuole basarsi su un lavoro di informazione e coinvolgimento della cittadinanza, sui necessari approfondimenti tecnico-giuridici collegati ad esso e sulla pressione nei confronti delle istituzioni e della politica.
Nello stesso tempo, Forum Ferrara Partecipata vuole intervenire per elaborare anche ipotesi alternative rispetto all’idea di ridisegno della città e del suo futuro. In questo senso, riteniamo necessario cogliere il nesso ( e le contraddizioni) tra il
progetto FERIS e il Piano Urbanistico Generale, di cui è iniziata la discussione, promuovere un dibattito largo in città in proposito, affermarne un’idea di luogo di condivisione, socialità e solidarietà, contrastare le logiche di privatizzazione degli spazi pubblici.
Infine, a differenza del percorso individuato dall’attuale Amministrazione Comunale, vogliamo far leva sull’idea della partecipazione diffusa e dal basso, ingrediente fondamentale per far avanzare le nostre idee per il futuro della città.
Forum Ferrara Partecipata vuole essere uno spazio inclusivo e largo, partendo dai presupposti sopra delineati, con la consapevolezza che esistono molte forze ed energie che possono lavorare ed unirsi per produrre un progetto per gli anni a venire della nostra città.


Aderenti

Associazione Cohousing Solidaria
Associazione Evangelica CERBI di Ferrara
Associazione Fiumana
Associazione PiazzaVerdi
Associazione RUA-UDU
Circolo Laudato Sii
Cittadini del Mondo
Comitato Acqua Pubblica di Ferrara
Donne per la Terra
Extinction Rebellion Ferrara
Ferraresi Uniti per Liberare il Centro Storico da Auto e Furgoni
Friday For Future Ferrara
Italia Nostra
Koesione 22
Legambiente Ferrara
Parents For Future Ferrara
Pirati del Po
Plastic Free Ferrara
Pontegradella in transizione
Teachers For Future Ferrara
UISP
WWF

Adam Atik Giampaolo Balboni Giuseppe baraldi Rodolfo Baraldini Alessandra
Barioni Marco Belli Enrico Boari Silvia Borgonzoni Maria Silvia Borsetti Irene
Bortolotti Eleonora Braghetta Francesca Bratti Andrea Bregoli Alberto Brighenti
Brunella Brunelli Alessandra Bugani Filippo Burgio Rita Casaroli Massimo Casoni
Beatrice Cavallina Massimo Cavallina Paolo Ceccherelli Lorenza Cenacchi Arianna
Chendi Francesca Cigala Fulgosi Piergiorgio Cipriano Maria Teresa Colamussi
Gianni Corazza Gianpaolo Crepaldi Rosa Dalbuono Gabriella D’Amuri Anna De
Rose Andrea De Vivo Stefano Diegoli Patrizia Di Mella Robert Elliot Marco Falciano
Romeo Farinella Laura Felletti Spadazzi Maria Grazia Fergnani Sergio Fiocchi
Andrea Firrincieli Claudio Fochi Giovanna Foddis Sergio Foschi Stefania Frabetti
Alfredo Franzoni Enrico Gallerani Rossana Gallio Andrea Garbellini Federica Gavioli
Sara Gelli Lidia Goldoni Alessandra Guerrini Gigi Guerrini Alessandra Guidorzi
Enrico Guzzinati Silvia Imbesi Adriano Lazzari Daniela Libanori Daniele Lugli
Stefania Lovato Brunella Lugli Andrea Malacarne Anna Malacarne Massimo
Marchetto Marzia Marchi Emanuela Mari Andrea Mariani Beniamino Marino Luca
Marzola Nadia Mascellani Simona Massaro Cinzia Mastrorilli Francesca Mastrorilli
Luciana Mattioli Paola Mazza Tiziana Melloni Ornella Menculini Davide Merli
Massimo Minichiello Francesco Monini Luciano Montanari Luca Morelli Antonella
Mori Michele Nani Bruna Novelli Alida Nepa Sonia Occhi Corrado Oddi Paola Oddi
Caterina Orsoni Chiara Parretta Michele Pastore Ilaria Pasti M.Cristina Patria Paola
Perrone Carola Peverati Elisa Piacentini Angela Pinnavaia Gian Gaetano Pinnavaia
Liliana Pittini Leonardo Polastri Cinzia Pusinanti Lorenza Raddi Gabriella Rocca
Marcella Ravaglia Giancarlo Rasconi Luciana Clara Rezzadore Silvia Ridolfi Athos
Rizzuto Valentina Rizzuto Anna Romanello Patrizia Ronchi Mariangela Russo
Gabriella Sabbioni Cristiana Sandri Davide Sarto Daniela Sartori Caterina Sateriale
Romeo Savini Davide Scaglianti Santo Scalia Silvano Scapinelli Carlo Schiavini
Georg Sobbe Angela Soriani Pietro Soriani Lidia Spano Claudia Spisani Michele
Ronchi Stefanati Milena Stefanini Massimo Tacchini Alessandro Tagliati Alberto
Tinarelli Marcello Toffanello Daniela Toselli Sandra Travagli Andrea Ubiali Ranieri
Varese Sandra Venturoli Francesco Vigorelli Francesca Zanardi Pietro Zappaterra
Emanuela Zucchini