FE.Ris: uniamoci per costruire un'alternativa!

L’invito è rivolto a tutti coloro, associazioni o singoli cittadini, che si sono pubblicamente espressi contro la realizzazione del progetto Feris e l’Accordo di programma così come presentato dalla Giunta di Ferrara. Un progetto radicalmente sbagliato, non ambientalmente sostenibile e regressivo rispetto ad un’idea di città che guarda al futuro.

sabato 24 settembre, sala polivalente del grattacielo: ti aspettiamo!

L’invito è rivolto anche a tutti coloro che condividono la contrarietà al progetto e intendono impegnarsi in futuro attivamente per bloccarlo e modificarlo.
Non abbiamo inteso, in questa fase, invitare alla riunione rappresentanti dei partiti politici, sia per garantire un'elaborazione di idee e progetti a partire "dai cittadini", sia per evitare facili strumentalizzazioni, soprattutto in questo periodo di campagna elettorale
Proponiamo l’incontro per confrontarci e valutare insieme possibilità e modi di costruzione di un percorso partecipativo che supplisca al mancato coinvolgimento dei cittadini da parte dell’Amministrazione.  
Per ostacolare e far bocciare il progetto FERIS nei prossimi passaggi procedurali necessari alla sua approvazione.
Per dare voce a tutti i soggetti – cittadini, associazioni e organizzazioni sociali, intellettuali – che si oppongono a FERIS ed elaborare un’ipotesi alternativa ad esso, come premessa per impostare un nuovo ridisegno della città, considerato che un orientamento progettuale complessivo e una visione di quale città vogliamo dovrebbe guidare e precedere interventi così caratterizzanti.Scorri qui sotto per conoscere il lavoro che abbiamo portato avanti fino ad ora e la nostra posizione ufficiale.




il 4 agosto la rete dall'assessore balboni sul progetto fe.ris.

Ferrara, 5 agosto 2022. La Rete per la Giustizia Climatica conferma il proprio no alla formulazione del progetto Fe.Ris. e dichiara la propria insoddisfazione dopo l’incontro odierno con l’Assessore Balboni, incontro in cui è stata ribadita la presentazione del progetto così come già avvenuto in consiglio comunale il 12 luglio scorso. Gli argomenti sono troppo seri perchè se ne parli a cose fatte, manifestando così scarsa considerazione per i cittadini che si permettono di discuterne. Si tratta di interventi di grande impatto nella vita di questa città, ed è evidente come non ci sia l’ombra di utilità pubblica nel progetto che accorpa in un unico accordo tra presunto interesse pubblico e denaro privato l’area di via Cisterna del Follo, l’ipermercato in via Caldirolo e il parcheggio in via Volano. Accordo scritto esclusivamente a favore
dei privati investitori, che invece si vorrebbe presentare come benefattori, i soli capaci di sanare antiche ferite nel corpo urbanistico di Ferrara.

Contrastare il consumo di suolo: l'Amministrazione tenga fede  all'impegno che si era assunta con la votazione del 12 aprile 2022


Ricordiamo innanzi tutto che contrastare il consumo di suolo è un impegno che l’amministrazione comunale si era assunta con la votazione del 12 aprile 2022, non solo per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità ma anche per mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale, tra le maggiori cause dei cambiamenti climatici.

E’ come se questa estate torrida e assetata viaggiasse su un binario distante, un po’ fastidioso e grottesco, ma lontano dalla vita reale, il cui ritmo sarebbe per fortuna scandito dalle sagge decisioni di questa amministrazione.
Un ipermercato in via Caldirolo si trasformerebbe in una agghiacciante metafora: per costruire una superficie di vendita di cibo, si distrugge un terreno agricolo che invece il cibo lo produce.
Per quanto riguarda la trasformazione della ex caserma di via Cisterna del Follo e via Scandiana, un’area lunga come piazza Trento e Trieste e larga due volte, non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento, visto che non sono chiare le finalità pubbliche che lo orientano a partire dal mancato calmieramento dei prezzi degli alloggi per gli studenti.
E passa in secondo piano che il parcheggio in via Volano, surreale compensazione per l’insensato intasamento edilizio speculativo nell’area della ex caserma, che insiste proprio su una superficie che appartiene al sistema delle antiche mura di Ferrara, patrimonio dell’UNESCO.

modificare profondamente il progetto fe.ris. e continuare il confronto. La rete chiede di incontrare anche il Sindaco Fabbri e l'Assessore Maggi!


Questa bozza di Accordo di Programma, politicamente debolissima anche perché approvata per soli due voti dal consiglio comunale, deve essere profondamente modificata. Fe.Ris. deve prevedere significativi vantaggi per i cittadini. A fronte di tali considerazioni, l’assessore Balboni si è dichiarato disponibile a continuare il confronto a cui la Rete Giustizia Climatica è interessata con l’intento di modificare profondamente il progetto Fe-ris. Con l’auspicio, altresì, che ai prossimi incontri siano presenti l’assessore all’Urbanistica e il Sindaco.


stop al consumo di suolo:
no al progetto fe.ris.

Ferrara, 9 luglio 2022. Comunicato stampa inviato ai giornali

Sotto l’egida della “riqualificazione urbana” il progetto Fe.Ris punta a cementificare migliaia di metri
quadrati a ridosso delle Mura di Ferrara, una delle più importanti emergenze della Città Patrimonio
UNESCO dal 1995 nonché una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città.
All’insaputa della cittadinanza e dell’opinione pubblica ferrarese, si apprende in questi giorni che, il
progetto di riconversione dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli in via Scandiana-Cisterna del Follo, comprende
nell’ambito di un Accordo di Programma altri due interventi in un unico, micidiale “pacchetto”: l’ennesimo
ipermercato in via Caldirolo che, di fatto, caricherà di traffico veicolare l‘asse Via Caldirolo-Via Turchi, e un
parcheggio nell’area di Viale Volano, che nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e
le fortificazioni storiche.


Perché la Rete Giustizia Climatica dice NO: l’incoerenza con la risoluzione votata in Consiglio Comunale
che si impegna ad arginare il consumo di suolo


Contrastare il consumo di suolo è un impegno che l’amministrazione si era assunta con la votazione del 12
aprile 2022, non solo per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità ma anche per
mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale (stoccaggio di carbonio, maggiore disponibilità di
spazio per la piantumazione di numeri elevati di alberi che rappresentano uno dei mezzi più efficaci per
ridurre l’aumento delle temperature). In particolare, poiché Ferrara è uno dei capoluoghi di provincia con il
maggior numero di ondate di calore, sarebbe estremamente importante che le scelte di pianificazione
dell’amministrazione della città fossero volte ad impedire un ulteriore cementificazione del suolo
comunale.
In questa cornice, si riassumono i motivi per cui la Rete Giustizia Climatica dice no a questa formulazione di
Fe.Ris.. La dichiarazione estesa può essere consultata qui sotto.

  1. Non può passare come “riqualificazione urbana” un progetto che cementifica un’area destinata a seminativo in via Caldirolo
  2. Non si può citare a favore della sostenibilità di questo progetto il modello della Citta dei 15 minuti, perché un ipermercato da 3.750 non è un servizio di prossimità
  3. Non è utile un altro ipermercato in un punto della città in cui ce ne sono già 5, che occupano 6 mila metri quadrati di suolo: 461 mq di superficie di vendita per abitante in quell’area!
  4. Non è utile nemmeno un parcheggio: ce n’è già uno scarsamente utilizzato in via Volano
  5. Non basta riqualificare spazi degradati come la Caserma Pozzuolo del Friuli per essere sostenibili: non c’è utilità pubblica nel progetto Fe.Ris che accorpa in un unico accordo anche ipermercato e parcheggio
  6. Non è stata consultata la cittadinanza prima di avviare l’iter del progetto: e adesso, a cose fatte, la partecipazione è proprio inutile.

la dichiarazione della rete


"Cambierà il volto della città" dice l'Assessore Balboni: ma i cittadini cosa dicono?


Nei giorni scorsi è ’stato presentato dal Sindaco e dall’Assessore Balboni un importante progetto di riqualificazione urbana che modificherà una parte della città prospiciente le Mura a Est della città, il progetto Fé.ris, destinato secondo l’assessore Alessandro Balboni a “cambiare il volto della città futura: la nuova vita della ex Caserma Pozzuolo del Friuli, che si trasforma in studentato e diventa una piazza verde e aperta ai cittadini, trasformerà in meglio l’intero quartiere”.


Quale sostenibilità ambientale?


Come si può ritenere ambientalmente sostenibile un progetto che intende realizzare l’ennesimo supermercato cementificando su suolo agricolo/coltivabile, o creando un parcheggio nel vallo delle Mura? Un progetto che prevede migliaia di metri cubi di cemento? Un intervento che reputiamo totalmente insostenibile è in primis quello dell’ipermercato di via Caldirolo, che si vorrebbe realizzare proprio di fronte le Mura, in una delle ultime storiche aree in cui la campagna si affaccia sulla città, in netto contrasto con la necessità di arrestare il consumo di suolo per fini urbani. 13.500 metri quadri di terreno verrebbero sacrificati al cemento, e a fronte di questo scempio ambientale a nulla varrebbe il millantato “tetto verde”. Egualmente insostenibile Il progetto di un parcheggio che, di fatto, incentiva la circolazione di auto nel vallo delle Mura e nega il valore del “vuoto” necessario per valorizzare il paesaggio e delle fortificazioni storiche. L’area di via Volano dovrebbe essere acquisita dal Comune e utilizzata a completamento del disegno delle Mura stesse con un progetto architettonico del verde. Solo alberi in quella zona! Gli interventi di riuso e di rigenerazione urbana sono diretti a elevare gli standard di qualità ambientale e architettonica e si pongono l'obiettivo di “conseguire una significativa riduzione dei consumi idrici e di quelli energetici, di realizzare bonifiche di suoli inquinati e la riduzione delle aree impermeabili, potenziare e qualificare la presenza del verde all'interno dei tessuti urbani, sviluppare una mobilità sostenibile, incentrata sugli spostamenti pedonale e ciclabile”: questi criteri non sono rispettati in tali progettualità.


Quale rigenerazione?


Come si può ritenere intervento di rigenerazione la costruzione di un nuovo centro commerciale in una zona che nei dintorni ne conta già altri tre: a 500 metri dal luogo in cui sorgerà il cantiere si trova rispettivamente il centro commerciale Cadoro, a 800 metri l’Interspar, a 1300 metri l’Ipercoop. E’ certo, inoltre, che l’attività caricherà di traffico l‘asse Via Caldirolo-Via Turchi.  Ma soprattutto come si può ritenere rigenerativo cementificare un’area attualmente destinata a seminativo?L’area di via Caldirolo interessata è di 27.410 m2. Attualmente 26.110 a seminativo e 1280 fondiario, occupato dall’immobile che secondo il progetto verrà demolito. Si prevede la realizzazione di 14,777 m2 di spazio fondiario adibito a parcheggi (per 3.500 m2 di ipermercato e 250 m2 di negozi di prossimità) e 10,950 m2 di “parco”. Poco importa che tutto questo nuovo cemento venga camuffato, “armonizzato”, con un tetto verde, che per altro con le altissime temperature estive, unite alla pessima manutenzione del verde che caratterizza da sempre gli esercizi commerciali ferraresi, si trasformerebbe presto in un tetto giallo di erbe secche, vanificandone la funzione! Quanto a Via Volano, non si può considerare rigenerazione il fatto di costruire un parcheggio ex novo, quando invece sarebbe più opportuno liberare e bonificare un’area, importante e degradata, a ridosso del baluardo di Porta d’Amore dando spazio al vuoto e al verde. Al contrario si intende cementare nuovamente a ridosso delle mura, su un'area grande circa un terzo del parcheggio dell’ex Mof.

Questi due progetti sono profondamente sbagliati e, se realizzati, pregiudicheranno la qualità urbana e ambientale della città.


Quale innovazione?


Un ipermercato rappresenta la perpetuazione di un modello di sviluppo e di consumo ormai in via di superamento ovunque. Nella presentazione del progetto dell’area commerciale si cita (a sproposito, a nostro parere) il modello della città a 15 minuti: il modello del prof. Carlos Moreno è l’esatto opposto rispetto a quanto proposto dall’intervento di Via Caldirolo, perché tale modello prevede di rafforzare i servizi di vicinato (che non sono solo le “lavanderie” o le “edicole” come detto dal dott. Da Dalto durante la riunione della 3^ Commissione del 5/7/2022). Per città 15 minuti Carlos Moreno intende “un’idea di spazio urbano in cui la maggior parte delle necessità quotidiane dei residenti può essere soddisfatta spostandosi a piedi o in bicicletta direttamente dalle proprie abitazioni”. Un centro commerciale di quasi 4000 metri quadri di superficie di vendita è quanto di più lontano ci possa essere dal modello della città 15 minuti. Nella stessa area esistono già strutture commerciali di “medie e grandi dimensioni”: nel raggio di 1 km dal nuovo centro commerciale ipotizzato (quindi a distanza di camminata) ce ne sono ben 5 e hanno una superficie totale di vendita di oltre 6000 metri quadri; in quest’area risiedono oltre 13000 ferraresi (quindi il rapporto tra superficie di vendita e 1000 abitanti sarebbe di 461 mq/abitanti … un’enormità e un’aberrazione).

Per città 15 minuti dobbiamo quindi intendere ciò che Moreno (e altri urbanisti seri) definiscono come “città che avvicina i servizi, ne semplifica l’accesso, riduce le disuguaglianze migliorandone la coesione sociale e dando valore ad una nuova dimensione sostenibile di vicinato”.  Un centro commerciale da 3750 metri quadri di vendita non si avvicina nemmeno a questa idea. Così come non lo è l’idea del nuovo parcheggio auto previsto lungo via Volano, area che sarebbe opportuno riqualificare a verde, in modo da dare continuità al verde presente dopo l’intersezione con via Quartieri (ricordiamo inoltre che lungo via Volano esiste già un’area parcheggio, peraltro poco utilizzata). Un parcheggio nel vallo delle Mura rappresenta un un modello di mobilità vecchio che continua ancora a essere incentrato sull’uso dell'automobile privata a detrimento del trasporto collettivo, in aperta controtendenza con quanto si sta sperimentando in tante città del nord Europa sempre più“ car free”. I parcheggi scambiatori devono essere attestati in zone diverse da quella prescelta. Eppure avremmo bisogno di progetti di innovazione vera in tema di mobilità.


Quale utilità pubblica?


E’ quantomeno da valutare la positività del recupero dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli, area da anni abbandonata, per la riqualificazione dell’area tra via Scandiana e Cisterna del Follo: da area dismessa a nuovo quartiere della città e nuova rivitalizzazione. Non basta dire che siccome l’area è degradata va bene qualsiasi intervento. Quali finalità pubbliche e sociali vengono garantite? “Favorire la rigenerazione dei territori urbanizzati e il miglioramento della qualità urbana ed edilizia” e “tutelare e valorizzare il territorio nelle sue caratteristiche ambientali paesaggistiche favorevoli al benessere umano ed alla conservazione della biodiversità” sono i principali criteri di utilità pubblica sottesi all’approvazione di un Accordo di programma pubblico/privato che, lo ricordiamo, permetterà importanti varianti agli strumenti urbanistici e di pianificazione vigenti (Piano strutturale Comunale, Piano Operativo Comunale, Regolamento Urbanistico Edilizio e Piano provinciale per il commercio POIC):  di certo questi criteri non vengono soddisfatti dalla trasformazione di un’area attualmente a seminativo in un ipermercato e costruendo un nuovo parcheggio nel vallo delle Mura. L’assessore ha spiegato in commissione consigliare che il progetto è unico (non si può quindi stralciare il parcheggio o l’ipermercato) perché solo la realizzazione dei tre interventi insieme permette la sostenibilità economica del progetto.


Quale coerenza con la risoluzione ”Stop consumo di suolo” da noi proposta e approvata dal Consiglio comunale meno di 3 mesi fa?


Arrestare il consumo di suolo rappresenta una strategia fondamentale non solo per contrastare il dissesto del territorio e la perdita di biodiversità ma anche per mitigare gli effetti drammatici del riscaldamento globale (stoccaggio di carbonio, maggiore disponibilità di spazio per la piantumazione di numeri elevati di alberi che rappresentano uno dei mezzi più’ efficaci per ridurre l’aumento delle temperature). In particolare, poiché Ferrara è uno dei capoluoghi di provincia con il maggior numero di ondate di calore, sarebbe estremamente importante che le scelte di pianificazione dell’amministrazione della città fossero volte ad impedire un ulteriore cementificazione del suolo comunale. Peraltro nella delibera del 12 aprile 2022, il Consiglio comunale si era impegnato a contrastare in maniera concreta il consumo di suolo libero e a quantificarne il valore quale fornitore di servizi eco-sistemici.


Quale partecipazione dei cittadini?


Dopo oltre due anni di lavoro tra l’Amministrazione e la società privata titolare dell'intervento il progetto andrà in consiglio comunale lunedì prossimo senza una preliminare discussione con i cittadini, senza un loro coinvolgimento diretto nelle scelte di trasformazione di una parte della città.


Nonostante il grande impatto urbanistico che questi interventi avranno sulla città, poichè sono presentati, come ha spiegato l'architetto Magnani in commissione, trattandosi di un Accordo di programma, non c'è alcun obbligo da parte dell’amministrazione di organizzare percorsi partecipativi.


Ma, al di là degli obblighi amministrativi, non sarebbe stata questa l’occasione giusta per creare  uno spazio di confronto pubblico dove approfondire idee, proposte e visioni per la Ferrara futura, in cui poi inserire la declinazione di questo progetto?


Eppure la necessità di un orientamento progettuale complessivo e di una visione di quale città vogliamo dovrebbe guidare e precedere interventi così caratterizzanti.


Perchè non si è aperto un dibattito?


Quale idea di partecipazione della cittadinanza alle scelte politiche persegue l’Amministrazione?


E’ stato affermato che in consiglio si voterà solo un Accordo (art. 11 L.241/90), preliminare al successivo Accordo di Programma e che ci sarà spazio per la partecipazione dei cittadini.


Sappiamo che non è così. Il coinvolgimento dei cittadini andava fatto prima di iniziare l'iter autorizzativo.