Appuntamento a Factory Grisù dalle 14.30 alle 17.30. Interventi a cura dell'Assessorato all'Ambiente della Regione Emilia-Romagna, dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, dell'Assessorato all'Ambiente del Comune di Ferrara. Laboratorio di ecodesign a cura di Michele Marchi Unife.
Il percorso intende FAR CONVERGERE l’attenzione degli abitanti, delle associazioni, delle aziende e delle istituzioni sulla necessità di valorizzare la PRESENZA DEL FIUME all’interno del territorio comunale, considerando dunque il Po e i suoi affluenti, insieme alla fitta rete di canali che contraddistingue quest’area, come un nodo cruciale per lo SVILUPPO SOSTENIBILE, per la lotta al cambiamento climatico, per la rigenerazione della città e l’aumento della qualità della vita.
Per saperne di più: www.contrattodifiumeferrara.it
Il progetto “Verso un Contratto di Fiume per Ferrara” nasce nell’ambito del Gruppo Blu, gruppo di lavoro tematico creato all’interno della Rete Giustizia Climatica Ferrara. Ideato e coordinato dall’associazione Fiumana, in collaborazione con CSV Ferrara, Ilturco e Rete Giustizia Climatica, è finanziato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna.
Sabato 26 marzo 2022 alle 9.30 ci sarà presso la sala Wunderkammer, in via Darsena 57 il primo incontro del processo partecipativo
rivolto a tutta la cittadinanza, che intende far convergere l’attenzione degli abitanti, delle associazioni, delle aziende e delle istituzioni sulla necessità di valorizzare la presenza dei fiume all’interno del territorio comunale, considerando dunque il Po e i suoi affluenti, insieme alla fitta rete di canali che contraddistingue quest’area, come un nodo cruciale per lo sviluppo sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per la rigenerazione della città e l’aumento della qualità della vita.
Questo primo workshop ha l'obiettivo di gettare le basi per costruire insieme un catalogo di linee guida che sintetizzeranno le problematiche dell’ambiente fluviale, e che serviranno da base in occasione del secondo incontro per elaborare le possibili soluzioni. Alla fine del percorso le linee guide saranno accolte dal Comune di Ferrara e potranno confluire in una nuova fase, ovvero essere utilizzate per redigere un vero e proprio Contratto di Fiume.
Il progetto Verso un Contratto di Fiume per Ferrara prosegue il percorso avviato dal Gruppo Blu, gruppo tematico nato in seno alla Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara, che, lo scorso ottobre 2021 ha organizzato la prima assemblea cittadina dedicata al tema del fiume. Il progetto – ideato e curato da Fiumana APS, in collaborazione con il Comune di Ferrara, CSV Terre Estensi, Il turco e Rete per la Giustizia Climatica – è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, grazie al Bando Partecipazione 2021.
Se vuoi far sentire la tua voce ed essere parte del cambiamento, se vuoi riportare il fiume in città, ti aspettiamo sabato 26 marzo alle 9.30 presso la sala Wunderkammer, in via Darsena 57.
Un’ultima nota: a breve il progetto avrà un sito internet dedicato. All’indirizzo www.contrattodifiumeferrara.it si potrà consultare il calendario dei prossimi appuntamenti e i report dei workshop. Verrà anche attivato un indirizzo di posta, dal quale arriveranno successive comunicazioni.
Il Gruppo Blu non mancherà di inviare notizia del sito, appena sarà pronto, e chiede già da ora di invitare a partecipare al workshop tutte le persone, le associazioni, le aziende e gli enti che si ritiene possano essere interessati.
Il Gruppo Blu, nato un anno fa all’interno della Rete per la Giustizia Climatica, dopo la prima assemblea cittadina svoltasi in ottobre 2021, ha raggiunto di recente un nuovo importante risultato. Il suo progetto di creare a Ferrara un Contratto di Fiume, una volta condiviso pubblicamente con altre associazioni cittadine ha vinto il Bando Partecipazione 2021 della Regione Emilia Romagna arrivando al secondo posto in graduatoria.
Il progetto, attraverso una serie di incontri pubblici tra marzo e ottobre 2022, porterà ad un insieme di linee guida elaborate in forma partecipata, che sarà accolto con deliberazione dal Comune di Ferrara e potrà preparare il terreno per il futuro Contratto di Fiume. Questo strumento impegnerà i vari portatori di interesse a cooperare e sviluppare le sinergie necessarie a dare ai corsi d’acqua un ruolo incisivo nello sviluppo sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per la rigenerazione della città e l’aumento della qualità della vita.
In Italia i Contratti di Fiume sono stati avviati da tempo in diverse Regioni e vengono patrocinati anche dalla Regione Emilia Romagna e dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po. Evidenziano le specificità e i bisogni dei diversi corpi idrici e cercano di far adottare “un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”.
I temi a Ferrara sono tanti, molti dei quali di grande attualità:
Ma conta anche l’interesse del singolo cittadino nelle istanze che riguardano l’acqua, in qualità di estimatore, residente, frequentatore, fruitore, imprenditore o in tanti altri modi, non solo a Ferrara ma anche nel territorio circostante. E’ proprio la vastità degli aspetti che ha convinto il Gruppo Blu a limitare l’azione per ora sul territorio del Comune di Ferrara ma si tratta di una scelta meramente operativa che vede comunque i corsi d’acqua nel loro essere collegati in rete.
Intanto, mentre il Gruppo Blu prepara il percorso partecipato, chi è interessato può inviare la propria manifestazione di interesse ad info@fiumana.org oppure contattare il 328-2161442.
La città di Ferrara è nata dal fiume Po e ha prosperato per secoli grazie alla sua presenza. Oggi invece le sue vie d'acqua versano in uno stato di totale abbandono. Ne sono testimoni le poche eroiche attività umane ancora esercitate sull'acqua: gli sport remieri, la pesca, la frequentazione turistica in barca, la pulizia dalla plastica.
Il Gruppo Blu, nato all'interno della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara, è convinto che questo sviluppo deve essere invertito, che la rivalorizzazione del fiume è cruciale per lo sviluppo sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per la rigenerazione della città e l'aumento della qualità della vita.
Cosa è un Contratto di Fiume?Per questo il Gruppo Blu propone un processo di partecipazione rivolto a tutta la cittadinanza. Il processo dovrà generare una proposta ampiamente condivisa che metta i fiumi e i canali di Ferrara al centro dell'attenzione pubblica e li rivalorizzi come risorse culturali e naturalistiche, baluardi blu e verdi al pari delle antiche mura della città.
La proposta del Gruppo Blu evolverà in un accordo scritto con il quale cittadini privati, associazioni, imprese, enti, istituzioni sintetizzano i loro bisogni nei confronti del fiume e si impegnano formalmente a garantire una corretta gestione ambientale strategica di questa fondamentale risorsa.
Il Contratto di Fiume si estenderà sui maggiori canali nel territorio del Comune di Ferrara, navigabili e non, ma anche sulla rete di canali minori, di scolo ed irrigazione per quanto è possibile aumentare la loro qualità ambientale.
Potranno confluire nel Contratto di Fiume tutti i temi sensibili: lo stato delle sponde, la qualità dell'acqua, la navigabilità, il progetto idrovia, l'accessibilità, il turismo, la mobilità.
Il Gruppo Blu non si limita ad una azione di mobilitazione formale ma invita tutte le persone ad una cittadinanza attenta e attiva e alla promozione di comportamenti responsabili nei confronti degli ambienti fluviali.
Se condividi queste idee, se vuoi fare sentire la tua voce e partecipare al cambiamento, aiutaci a riportare il fiume in città. Vieni alla prima assemblea per un Contratto di Fiume a Ferrara. Ti aspettiamo.
Via Darsena 57, piazzale Consorzio
Wunderkammer, battello NENA
info: 328 2161442 info@fiumana.org
E' gradita la conferma della vs presenza.
COMUNICATO La Rete della Giustizia Climatica, attraverso due suoi gruppi di lavoro - il Gruppo Blu e il Gruppo
Mobilità - esprime sconcerto e preoccupazione per l’ennesimo malfunzionamento della conca di
Pontelagoscuro, nuovamente interrotta .
L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile – Servizio Area Reno e Po di Volano,
l’ente regionale che ne gestisce il servizio, ha infatti comunicato che tale struttura resterà chiusa
per motivi di sicurezza fino a data da destinarsi.
La nostra città, che è stata definita “idropolitana” poiché circondata da corsi d’acqua, patrimonio
dell’Unesco anche per il suo legame con il Delta del Po ,
, paradossalmente si trova più isolata che
mai dal punto di vista della navigabilità.
Una fotografia della situazione attuale, infatti, restituisce un’immagine impietosa. La Darsena di
San Paolo – futuro ma sempre più chimerico hub di turismo fluviale di diporto verso il Po il Grande
o verso il mare – dove fino a dieci anni fa insistevano ottanta posti barca…è tristemente vuota, se
non fosse per la Nena e il Lupo, ormeggiate nei pressi degli ex magazzini Savonuzzi . Lo sbocco
fluviale verso il Po Grande dal canale Boicelli (canale pieno di scarichi e dalle acque non certo
cristalline) è bloccato da una conca mal progettata che dal 2003 continua ad avere problemi di
funzionamento e manutenzione. Il Canale Burana verso ovest, sulla cui riva destra insiste la più
bella pista ciclabile di Ferrara , pur essendo stato oggetto recentemente di una lodevole iniziativa di
cicloturismo fluviale e mobilità dolce con approdo all’attracco di Vigarano Pieve, non ha il
permesso di navigabilità . Andando dalla darsena di San Paolo verso est, le cose non migliorano.
Infatti, la chiusa di Valle Lepri è ancora inagibile, dal febbraio 2013, e rende impossibile proseguire
verso il mare dove, a Comacchio, a parte lo sperpero di fondi pubblici per il raddoppio del Porto
Canale poi richiuso, persiste un’altra perla della mobilità e navigabilità della provincia di Ferrara, il
Ponte mobile di San Pietro che mobile non è perché non si apre e impedisce il passaggio alle
imbarcazioni. Se poi si decide di navigare più verso sud, imboccando il Po di Primaro, si rischiano
spiacevoli incontri con tronchi galleggianti e insabbiamenti sul fondo da dragare. Come da dragare
sarebbe anche la stessa Darsena di San Paolo che vive nella vana attesa di navi commerciali porta container di categoria A , lunghe anche 70 metri , che non arriveranno mai, poiché anche il più
sprovveduto degli ingegneri idraulici è pienamente consapevole che l’ostacolo del ponte della
ferrovia, ai fini della navigabilità, è insormontabile.
Eppure, nel recente convegno svoltosi a Gaiba (RO) il 28 maggio scorso, Barbara Lori ( Assessora
alla programmazione e pianificazione territoriale della Regione Emilia-Romagna ) , il suo omologo
veneto Cristiano Corazzari, e anche il sindaco di Ferrara hanno lodato le prospettive della “
Valorizzazione del cicloturismo fluviale del fiume Po per un turismo sostenibile”, che cozzano
contro una realtà di improvvisazione e malagestione delle nostre vie d’acqua, incluso il Po Grande,
dove anni fa, in seguito all’arenarsi su un banco di sabbia della nave da crociera “River Cloud”
l’armatore olandese decise di spostare tre delle quattro navi della flotta costruita appositamente per
il fiume Po su altri fiumi europei.
Quindi, nonostante la promessa dei fondi necessari per un intervento all’Idrovia Ferrarese, stando
alle parole dello scorso anno dell’assessore regionale Irene Priolo, (4,5 milioni di euro) e
nonostante l’arrivo di 300 mila euro per la sistemazione della conca di Pontelagoscuro ( saranno
mai sufficienti?) e di altri fondi per l’adeguamento del nodo idraulico di Valle Lepri (Ostellato), ci
permettiamo di esternare scetticismo, visto la realtà dei fatti.
La Rete della Giustizia Climatica, che si propone fra i suoi obiettivi anche la tutela e la
valorizzazione delle nostre vie d’acqua, sia dal punto di vista della qualità dell’acqua che per quanto
riguarda lo scorrimento del deflusso minimo vitale e di una fruibilità delle vie navigabili lenta,
dolce e sostenibile, invita l’attuale giunta e la Regione ad intervenire, facendo pressione sulle
autorità competenti, affinché la nostra città possa avere le vie d’acqua che merita e che il contesto
idrogeologico e geografico potrebbero consentire.
R.G.C.
NELLA RETE DI GIUSTIZIA CLIMATICA NASCE IL “GRUPPO BLU” DEDICATO ALL’ACQUA
Chi frequenta i corsi d’acqua della nostra provincia, che vanta un patrimonio fluviale di oltre 3000 km di estensione, di cui 220 km di fiumi navigabili, sa quanto essi siano sconosciuti e ignorati dai suoi abitanti. Mentre nelle città europee i fiumi e i loro argini sono vissuti come vie d’acqua, percorsi naturalistici, ciclovie o ippovie dedicate al turismo lento, i ferraresi restano distanti da essi, non apprezzandone il valore.
Durante l'incontro è stato introdotto il tema della ripubblicizzazione dell'acqua potabile, con l'intenzione di mantenere i necessari collegamenti con le iniziative locali e nazionali: infatti nel 2024 scadrà la concessione per il servizio idrico dell'ambito territoriale di Ferrara, ora affidato ad Hera .
Per riportare l’attenzione sul tema delle acque, il Gruppo Blu ha colto l’occasione per navigare a bordo del Battello Lupo, risalendo il Po di Volano sino a percorrere interamente il canale Boicelli.
Durante il tragitto, sono apparse numerose le zone di degrado, segnate da abbandono di rifiuti, scarichi illeciti, discariche abusive, bivacchi, attività illegali a danno dell’ambiente ed altre attività di microcriminalità. Quasi nessuno è presente, o pratica attività lungo il Volano o il Boicelli. A pochi passi dal centro città è possibile assistere a tutto questo, a comprova del fatto che ciò che non viene reso accessibile, non può essere vissuto e, così, non potendo ricevere adeguata tutela, cade vittima di illegalità e degrado.
Tra le varie argomentazioni dei partecipanti, emerge come la gestione delle vie d’acqua sia caratterizzata da una problematica frammentazione di competenze e da una generale disattenzione nel conformarsi alle buone pratiche, accolte nelle linee guida regionali per la corretta gestione e riqualificazione fluviale. Ciò avviene troppo spesso a discapito dell’habitat, sotto forma di pesanti deforestazioni delle sponde di fiumi e canali e mancato rispetto del minimo deflusso vitale dell’acqua, necessario alla vita acquatica.
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