PIANO GESTIONE RIFIUTI 2022/27 APPENA APPROVATO DALLA REGIONE: OCCORRE CAMBIARE PASSO

Il Consiglio Regionale ha approvato il 13 Luglio il Piano Gestione Rifiuti 2022/27, votato da tutte le forze politiche di maggioranza, con l’astensione della sola Europa Verde.
A nulla è valsa la lettera inviata dalla Rete Rifiuti Zero e dai Comuni Rifiuti Zero a tutti i Consiglieri prima del voto in cui si spiegava, numeri alla mano, che quel piano era chiaramente peggiorativo rispetto agli obiettivi fissati della legge regionale 16/2015 ed al piano precedente, e non coglieva pienamene le indicazioni europee in tema di Economia Circolare. Così come a nulla erano valse le corpose osservazioni precedentemente inviate in cui si indicavano tulle le soluzioni alternative da introdurre al fine di ottenere i migliori risultati.
Nella lettera inviata ai consiglieri, i Comuni rifiuti zero e la Rete Rifiuti Zero chiedevano che per il 2027 si ponesse l’obiettivo di 120 kg/ab anno di rifiuti non riciclati in coerenza con l’obiettivo di 110 kg/ab anno al 2030 previsto dal “patto per il lavoro e per il clima”, obiettivo a cui regioni come Veneto e Sardegna sono vicine, raggiunto da diversi comuni della nostra regione, e partendo da questo obiettivo parametrare tutto il resto del piano. Occorre accelerare sul passaggio ad
un’economia sempre più circolare; la crisi climatica in corso, la necessità ambientale e geopolitica di ridurre il consumo di materie prime ed i consumi energetici, il bisogno di migliorare la qualità dell’aria, … queste ed altre ragioni non lasciano dubbi. Il piano regionale avrebbe dovuto essere l’occasione per puntare in alto, proponendo ad obiettivi raggiungibili ed ambiziosi allo stesso tempo basandosi sull’esperienza di quei territori e gestori che già raggiungono ottimi risultati spesso a costi più contenuti rispetto ai territori meno virtuosi.

Un incremento della produzione pro-capite dei rifiuti urbani del 5,4% che passerebbe dai 667 kg/ab anno del 2019 ai 703 del 2027 rispetto all’obiettivo della legge 16/2015 di riduzione a 539 Kg/ab., un indice di riciclaggio al 66%, inferiore rispetto al 70% previsto dalla legge ed al 72% già raggiunto dai comuni emiliano-romagnoli che stanno applicando la tariffa/TARI puntuale. 


Nel nuovo Piano, i rifiuti non riciclati previsti al 2027 sono 239 kg/ab. anno, addirittura un po’ superiori di quelli
prodotti nel 2021 (235KG); si tenga presente che i comuni emiliano-romagnoli a misurazione puntuale ne
producono 145 kg. Il concetto di raccolta differenziata è da tempo superato, i rifiuti o sono riciclati o non lo sono, per questo la RD deve essere non solo elevata in termini assoluti ma anche in termini qualitativi, ed è su questo concetto
che il piano avrebbe dovuto spingere di più.

Il piano prevede il pieno utilizzo dell’incenerimento per il rifiuto residuo, gli scarti delle raccolte differenziate e i rifiuti speciali, annullando la previsione di chiusura dell’inceneritore di Piacenza previsto nel piano precedente e la promessa di chiudere quello di Forlì.
Le indicazioni dell’Europa della selezione del rifiuto residuo ai fini del riciclaggio come alternativa all’incenerimento dei rifiuti sono state completamente ignorate. Sulla termovalorizzazione si è creato un falso mito, l’energia risparmiata tramite la riduzione della produzione di rifiuti, il riutilizzo ed il riciclo è molto maggiore di quella ricavata dalla termovalorizzazione. Il chilowattora prodotto dai termovalorizzatori emette più CO2 rispetto a quello prodotto col gas o col petrolio.

Questo non è un piano degno di una Regione che vuole essere fra le migliori, è un piano che si adegua alle esigenze dei grandi gestori che pensano prima al profitto e poi alla sostenibilità.


C’è una forte e sacrosanta spinta da parte della normativa europea per ridurre la produzione di rifiuti e per
incrementare la qualità del rifiuto differenziato. Il nuovo piano va invece in senso contrario.
Rete Rifiuti Zero ER ritiene che la nostra regione possa e debba fare meglio e auspica un cambio di passo
per ridurre lo spreco delle risorse ed accelerare sull’economia circolare.


ripublicizzazione del servizio e non solo: il futuro dei rifiuti a ferrara

Ferrara, 21 giugno 2022. Affidato al  Cervap (Centro di Ricerca sul Valore Pubblico) di UNIFE lo studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti a Ferrara, richiesto dal Gruppo Rifiuti della Rete per la Giustizia Climatica nell'ambito della partecipazione al Tavolo di lavoro con il Comune di Ferrara. Centrale il ruolo avuto dalla Rete in questa operazione, per la quale continuerà a dare il proprio contributo.
 A questo risultato si è arrivati in primo luogo grazie all’impegno e l’iniziativa profusi in particolare in questi ultimi 2 anni
dalla Rete Giustizia Climatica di Ferrara, che non ha mai smesso di insistere, con la mobilitazione e
la proposta, perché si arrivasse a produrre lo studio di fattibilità. Fondamentale che lo studio non si concentri solo sugli aspetti economici della scelta della possibile ripubblicizzazione, ma intervenga anche sulle finalità di fondo cui deve rispondere il servizio rifiuti, a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti, e sulle modalità organizzative che meglio
rispondono ad esse. Anche per questo la Rete Giustizia Climatica ha chiesto di incontrare il Cervap UNIFE che elaborerà lo studio e di continuare il lavoro del Tavolo partecipativo, che dovrà occuparsi di tutte le tematiche relative al servizio rifiuti in città, dalla situazione tariffaria alle problematiche legate all’incenerimento e altro ancora. Leggi il comunicato stampa del Comune di Ferrara 

lo studio della rete giustizia climatica di ferrara per la ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti

Giungo 2023. Nell’elaborato della Rete Giustizia Climatica Ferrara ripercorriamo gli obiettivi di fondo che ispira il sistema di economia circolare e una politica dei rifiuti ambientalmente orientata. Li confrontiamo con i risultati raggiunti a livello nazionale e regionale, per sottolineare che alcuni passi significativi sono stati compiuti negli ultimi decenni, ma ne rimangono altri ancora deludenti, a partire dall’insufficiente riduzione dei rifiuti prodotti. Lo stesso ultimo Piano Regionale dei Rifiuti e delle Bonifiche 2022-2027, da questo punto di vista, risulta decisamente arretrato. Passiamo poi ad esaminare i risultati delle 307 gestioni di Comuni/Distretti esistenti in Emilia-Romagna, prendendo come parametro di virtuosità quello dei minori rifiuti avviati a smaltimento, come rilevati da Atersir. Risulta evidente come i migliori risultati siano ottenuti, in generale, dalle gestioni che associano sistemi di tariffazione/tassazione di carattere puntuale alla modalità di raccolta porta a porta, e ciò anche per quanto riguarda la riduzione dei costi del servizio. Il ricorso alla gestione pubblica, poi, rafforza questa tendenza. L’esame, sia pur sintetico, di 2 casi di studio relative alle aziende pubbliche Contarina e Alea, la prima operante nell’area del trevigiano e la seconda in quella forlivese, conferma ulteriormente questo dato. Infine, ci soffermiamo sulle possibilità della ripubblicizzazione del servizio rifiuti a Ferrara ( non parliamo del passaggio alla modalità Porta a Porta, perché lo scritto è antecedente a quando lo studio UNIFE è stato reso pubblico), evidenziando come sia più che fattibile realizzarla anche sotto il profilo del fabbisogno finanziario: in particolare, individuiamo la possibilità di ricorrere alle riserve disponibili di Ferrara Tua SpA o, in via subordinata, alla vendita di parte delle azioni Hera, non vincolate dal patto di sindacato tra i soci pubblici, da parte del Comune di Ferrara.

il percorso che ha portato allo studio di fattibilita'

La vicenda della possibile ripubblicizzazione del servizio dei rifiuti urbani a Ferrara nasce da lungo
tempo. In particolare, essa ha origine dalla fine del 2017, quando scade la concessione del servizio
ad Hera. Nel corso del 2018, le Associazioni “Ferraraincomune” e “Comitato Mi rifiuto”
raccolgono circa 1000 firme su una proposta di delibera di iniziativa popolare comunale.

dalla proposta di legge al convegno di marzo 2022

La proposta di delibera di iniziativa popolare chiede di approntare uno studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio e la costituzione di un Tavolo partecipativo per discutere la realizzazione di tale percorso. In data 22 ottobre 2018 il Consiglio comunale vota una delibera, che si discosta non poco dalle richieste contenute dalla delibera di iniziativa popolare, ma comunque decide la costituzione del Tavolo partecipativo. Il Tavolo parte nel 2019, con la precedente Amministrazione, e prosegue anche nel 2020 e 2021, in modo stentato e poco produttivo.
Il tema torna alla ribalta nella discussione cittadina a seguito della decisione di innalzare la quantità di rifiuti conferiti all’inceneritore da 130.000 a 142.000 tonnellate e con la manifestazione "Ci siamo rotti i polmoni" organizzata dalla Rete Giustizia Climatica il 21 maggio 2021, nella quale viene rilanciata anche la richiesta di ripubblicizzazione del servizio. Successivamente, nel giugno 2021, il Consiglio comunale vota con una larga maggioranza un ordine del giorno promosso dal consigliere M5S Mantovani, nel quale si afferma di procedere alla messa a punto dello studio di fattibilità.
Riprendono i lavori del Tavolo partecipato nell’agosto del 2021, dove la Rete Giustizia Climatica di Ferrara riafferma con forza il fatto di dar corso a quella decisione. La discussione va avanti con la fine del 2021 e l’inizio del 2022 e, in particolare, la RGC organizza un convegno pubblico il 5 marzo per rimotivare le ragioni e la necessità dello studio di fattibilità e della ripubblicizzazione del servizio. In data 10 marzo 2022, si riunisce il Tavolo partecipativo, nel corso dei cui lavori l’assessore Balboni annuncia la decisione di procedere con lo studio di fattibilità e affidarlo all’Università di Ferrara.

“Ci avete rotto i polmoni”: le domande della Rete per la Giustizia Climatica e le risposte degli amministratori

Nella mattina di sabato 5 marzo presso il Consorzio Factory Grisù si è svolto l’incontro “Ci avete rotto i polmoni” promosso dalla Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara, con l’obiettivo di fare luce sul futuro della gestione dei rifiuti a Ferrara. Il convegno, a partire dall’introduzione di Dario Nardi, portavoce della Rete, si è sviluppato a partire dalla rilevazione delle criticità esistenti, quello che abbiamo chiamato il “paradosso Ferrara”, per cui, nonostante le ottime performance della raccolta differenziata - 87% - si è arrivati all’innalzamento dello smaltimento dei rifiuti tramite l’incenerimento, passato da 130.000 a 142.000 tonnellate (+ 12 mila tonnellate), e all’aumento delle tariffe di circa l’8%. 

Nello stesso tempo, sono stati ripresi i contenuti delle proposte che la Rete Giustizia Climatica ha avanzato dal maggio 2021, con la manifestazione di piazza omonima “Ci siamo rotti i polmoni”
● ripubblicizzare la gestione del servizio rifiuti, oggi affidata al Gruppo Hera, società quotata in borsa e a capitale         pubblico-privato;
 ● il riesame dell’AIA - Autorizzazione Integrata Ambientale;
 ● l’uscita progressiva dall’incenerimento. 


Questo filo rosso si è dipanato attraverso gli interventi degli ospiti: Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europa, ha sottolineato l’importanza fondamentale della riduzione della produzione dei rifiuti e della percentuale di rifiuti che non è possibile avviare a recupero di materia. Il modello di Forlì: chi inquina paga. Anche il Comune di Ferrara può scegliere di riprendere in mano la governance dei rifiuti Andrea Bertozzi e Elisabetta Serra di Alea Ambiente, azienda diventata a completa gestione pubblica dal 2018, hanno presentato gli ottimi risultati di questa realtà di Forlì e di altri 12 comuni di quel territorio, realizzati soprattutto grazie alla raccolta porta a porta integrata e all’applicazione della tariffa puntuale, che sono i sistemi più incentivanti e responsabilizzanti per i cittadini, dal momento che in questo modo possono pagare in base alla quantità di rifiuto effettivamente prodotta. 


Gli approfondimenti, poi, sono tornati sulla situazione ferrarese, con gli interventi di Corrado Oddi e Marianna Suar, della Rete per la Giustizia Climatica. Il primo ha ripreso il tema della ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti, sostenendo che solo la gestione pubblica è in grado di assumere gli obiettivi di finalità sociale cui deve rispondere il servizio. Il passaggio da compiere ora, visto che la concessione a Hera è scaduta alla fine del 2017, è quello di costruire un vero studio di fattibilità finalizzato a dar vita ad un’azienda pubblica che gestisca il servizio dei rifiuti. Corrado Oddi: “Noi vogliamo che a #Ferrara la gestione rifiuti ritorni pubblica! HERA è in proroga dal 2017. Gli obiettivi della gestione rifiuti devono essere: 1. Produrre meno rifiuti 2. Produrre un rifiuto che abbia una bassa percentuale di rifiuto non riciclabile Questi non sono gli interessi di HERA, società mista e quotata in borsa, il cui fine è distribuire i dividendi ai soci pubblici e privati” Marianna Suar, a sua volta, ha inquadrato il tema dell’innalzamento del ricorso all’incenerimento nel contesto della richiesta della Rete di arrivare al riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che l’ha consentito.


 Nell’immediato, comunque, è già possibile introdurre interventi migliorativi dell’esistente, come la misurazione frequente delle polveri sottili (PM10, PM 2.5 e ultrafini), l’analisi continua sui reflui e la messa a punto di trasporti più puliti di fanghi, rifiuti e scorie. Marianna Suar: “Chiediamo un riesame dell'AIA! Il nostro termovalorizzatore è efficiente rispetto ad altri impianti analoghi. È per questo che viene potenziato?? Perché va troppo bene? Noi vorremmo analizzare bene le emissioni dei particolati ultrafini pericolosi per la salute umana” Infine, Natale Belosi, responsabile scientifico della Rete regionale Rifiuti Zero, ha fatto presente i punti negativi del Piano regionale rifiuti approvato recentemente, che addirittura prevede un incremento dei rifiuti prodotti nel 2027 rispetto ad oggi, e ha illustrato la proposta di legge di iniziativa popolare regionale promossa dalla Rete Emergenza e Climatica e Ambientale insieme a Legambiente Emilia-Romagna, che intende promuovere una svolta nella politica dei rifiuti in Regione e sulla quale verranno raccolte le firme dei cittadini a partire da aprile. Nel corso del dibattito che è seguito, sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore comunale all’ambiente Alessandro Balboni e il capogruppo PD in Consiglio comunale Francesco Colaiacovo.


 L’assessore Balboni ha espresso l’intenzione di proseguire il confronto, approfondire le tematiche sollevate, condividendo l’idea di intervenire per ridurre la produzione dei rifiuti, ma esprimendo perplessità sulla possibilità di procedere alla ripubblicizzazione del servizio, e ha annunciato che l’Amministrazione sta lavorando per ridurre a breve le tariffe dei rifiuti a carico dei cittadini del 20-40%, ha convenuto inoltre sull’opportunità di “chiedere al gestore di migliorare il sistema di monitoraggio avvalendosi di un rilevatore di nanoparticelle”. Il capogruppo PD Colaiacovo ha condiviso l’esigenza di andare avanti nella discussione sia sulle scelte generali che riguardano le politiche dei rifiuti a Ferrara sia sul futuro dell’incenerimento.


 Al termine dell’incontro si è convenuto sull’opportunità di continuare la discussione, in un nuovo appuntamento eventualmente promosso questa volta dall’Amministrazione comunale. Per ora, l’appuntamento certo è per un confronto tecnico giovedì 10 marzo alle 17, quando è stato convocato il Tavolo partecipativo sulla ripubblicizzazione del servizio che non si riuniva dall’agosto del 2021. La Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara ha intenzione di portare avanti l’iniziativa per raggiungere i propri obiettivi: - il riesame dell’AIA; - la ripubblicizzazione della gestione del servizio - l’uscita progressiva dall’incenerimento.


La registrazione dell’evento sulla pagina Facebook della Rete https://www.facebook.com/retegiustiziaclimaticaferrara/videos/468379585021845 

SABATO 5 MARZO UN EVENTO PER RILANCIARE LE richieste DELLA RETE

Sabato 5 marzo 2022 dalle 10 alle 13 la Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara organizza presso lo Spazio Grisù un evento per rilanciare le domande sul futuro della gestione rifiuti agli amministratori della nostra città.

Per l'occasione abbiamo invitato il Presidente di Zero Waste Europe, nonchè Premio Goldman per l'Ambiente nel 2013, Rossano Ercolini, a raccontarci come in altre città il futuro della gestione dei rifiuti è già iniziato. Insieme a lui interverranno il Direttore dell'azienda ALEA AMBIENTE SpA, Angelo Erbacci, che ci racconterà la positiva esperienza vicina a noi di Forlì, con il porta a porta spinto. Seguiranno gli interventi di alcuni componenti del Gruppo Rifiuti della Rete per la Giustizia Climatica, Corrado Oddi sulla ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti a Ferrara, e Marianna Suar sulla situazione dell'incenerimento rifiuti a Ferrara e sulle criticità dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)

Un'altra testimonianza importante sarà quella di Natale Belosi, coordinatore scientifico della Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna che ha contribuito a elaborare la proposta per la legge regionale di iniziativa popolare sui rifiuti, promossa dalla Rete per l'Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna (RECA) e da Legambiente Emilia-Romagna. La proposta, insieme ad altre 3, si potrà sottoscrivere anche a Ferrara dalla metà di marzo in poi. Gli interventi previsti nel ricco programma apriranno una discussione aperta a tutti che reclama a gran voce l'intervento degli amministratori che la Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara ha invitato a intervenire: Alan Fabbri Sindaco del Comune di Ferrara, Alessandro Balboni, Assessore all’Ambiente, Irene Priolo, Assessore all’Ambiente Regione Emilia- Romagna e i capogruppo dei Gruppi consiliari del Comune di Ferrara.

CI SIAMO ROTTI I POLMONI: QUALI RISPOSTE?

La Rete per la Giustizia Climatica aveva già posto molte domande 9 mesi fa, ma ad oggi ha ricevuto poche e fumose risposte. Abbiamo dunque pensato di attivare una campagna di comunicazione dell'evento - a mezzo social sulle nostre pagine Facebook e Instagram - incentrata proprio su queste domande, per ricevere risposte ai nostri interrogativi sul futuro della città. Seguici sui social e DIFFONDI L'INVITO A PARTECIPARE!

le domande della rete per la giustizia climatica agli amministratori

  1. 87% di raccolta differenziata: perché la tariffa sui rifiuti aumenta?

  2. Inceneritore: perchè bruciare 12 mila tonnellate in più di rifiuti speciali?

  3. Inceneritore: che ne è stato del riesame dell’AIA?

  4. Polveri sottili: cosa ci respiriamo davvero?

  5. Verso rifiuti zero: perchè non facciamo il porta-a-porta spinto come a Forlì?

  6. Ripubblicizzazione dei rifiuti: a quando lo studio di fattibilità?

Gestione dei rifiuti urbani a Ferrara: un passo avanti verso la ripubblicizzazione del servizio con l’avvio dello studio di fattibilità

Ferrara, 7 settembre 2021. Nei giorni scorsi si è svolta una nuova riunione del “Tavolo partecipativo sulla ripubblicizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani a Ferrara”. L’assessore Balboni ha manifestato l’intenzione di procedere allo studio di fattibilità, ovvero di un piano economico e industriale per verificare la ripubblicizzazione del servizio, come richiesto dalla Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara già a partire dalla primavera scorsa, con la manifestazione del 21 maggio “Ci siamo rotti i polmoni” e dalla risoluzione presentata dal consigliere Mantovani e approvata in Consiglio comunale il 31 maggio. Il servizio di gestione dei rifiuti urbani a Ferrara è attualmente gestito in regime di proroga dal 2017 da HERA, che ha ottenuto un ampliamento delle quantità di smaltimento dei rifiuti attraverso l’inceneritore. 

La Rete per la Giustizia Climatica, intervenuta pubblicamente con la manifestazione del 21 maggio per contrastare l’avallo di questa decisione che comporta un aumento delle emissioni inquinanti, in un contesto ambientale già particolarmente critico per la qualità dell’aria, ha ribadito anche nell’incontro di lunedì pomeriggio la richiesta di un impellente riesame della recente AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). 

Gli obiettivi della Rete 


La Rete per la Giustizia Climatica ha avanzato la proposta di estendere l’ambito di lavoro del Tavolo partecipativo sull’insieme delle politiche dei rifiuti relative al territorio comunale, ribadendo i propri obiettivi:

  • la ripubblicizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani: una scelta - secondo la Rete - fattibile e, soprattutto, conveniente per i cittadini, che tutela l’ambiente e la salute, ma che genera anche un risparmio economico. In questo quadro, poi, diventa fondamentale anche arrivare ad una reale tariffa puntuale abbinata ad una modalità di raccolta spinta porta a porta (poiché Hera opera in regime di proroga da ormai 4 anni, questo è il momento propizio per una svolta nella direzione della ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti). 
  • lo studio di fattibilità e il piano economico/industriale per giungere alla ripubblicizzazione. 

La discussione con l’assessore Balboni si è sviluppata prevalentemente sulle modalità di svolgimento dello studio di fattibilità/piano economico e industriale ed è arrivata, in questa primissima fase, a definire che si partirà dalla condivisione degli obiettivi di fondo dello stesso e dell’individuazione del suo costo. Successivamente, il Tavolo partecipativo affronterà il tema della modalità di affidamento dello studio. Si è anche convenuto che, sulla base di approfondimenti da sviluppare ulteriormente, si darà vita ad una sede partecipata sull’insieme delle politiche dei rifiuti.

La Rete per la Giustizia Climatica giudica importante e soddisfacente la decisione di procedere verso l’approntamento del piano di fattibilità/piano economico e industriale e di allargare la discussione sulle politiche dei rifiuti in città. La Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara, che ha ben chiari i propri obiettivi, insisterà, con le proposte e la mobilitazione, perché si arrivi alla ripubblicizzazione del servizio dei rifiuti, al riesame dell’AIA e in un’ottica di medio-lungo periodo all’abbandono dell’incenerimento come modalità di smaltimento dei rifiuti: una prospettiva che però va costruita da subito, senza ulteriori tentennamenti, con scelte fattive che operano nella direzione del contrasto ai cambiamenti climatici attraverso la riduzione delle emissioni climalteranti.


Assoluto no a 12 mila tonnellate in più di rifiuti da bruciare!

Le richieste della Rete di Giustizia Climatica Ferrara: ORA ricorso straordinario e revisione dell’AIA. SUBITO uno studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio raccolta rifiuti


Ferrara, 26 maggio 2021. A nome della Rete Giustizia Climatica di Ferrara, che lo scorso venerdì 21 maggio è scesa in piazza con la manifestazione “Ci siamo rotti i polmoni!”, intendiamo esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti della decisione di ARPAE (Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell´Emilia-Romagna), determinata a seguito della Conferenza dei Servizi, di autorizzare la modifica sostanziale dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) del termovalorizzatore di HERA, sito in via Diana.

Esprimiamo la nostra forte contrarietà rispetto al parere positivo dato in quella sede dal Comune di Ferrara.


ASSOLUTO NO A 12000 TONNELLATE IN PIÙ DI RIFIUTI DA BRUCIARE


Questa modifica consente all’impianto di bruciare più rifiuti, che passeranno da 130.000 t/anno a 142.000 t/anno, e saranno rifiuti più pericolosi perché saranno prevalentemente rifiuti speciali, di cui preoccupano soprattutto i fanghi di depurazione e similari.

E’ stata infatti derubricata a semplice raccomandazione la precedente prescrizione che vincolava il conferimento di rifiuti speciali: “Il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi dovrà avvenire in via complementare e minoritaria, nel pieno e vincolante rispetto del principio di prossimità, fino al limite massimo complessivo già autorizzato”.


Come se non bastasse, in una città come Ferrara, già record negativo per polveri sottili, tra le peggiori d’Europa per qualità dell’aria, anche i controlli delle emissioni dell’impianto di HERA subiranno una riduzione sostanziale.


Il progetto, sulla carta, sostiene di diminuire l’impatto ambientale, perchè bruciando più rifiuti al massimo della potenza dell’impianto si dovrebbe ridurre l’emissione di CO2 equivalente in atmosfera, così come il quantitativo di micropolveri, da 500 kg/anno attuali a 450 kg/anno.
Queste osservazioni tengono conto, però, solo di due indici, ossia il consumo di CO2 equivalente e l’emissione di micropolveri (PM10 e PM 2.5), ma non considerano le altre concentrazioni di inquinanti, prime tra tutte le pericolose nanopolveri.


Sconforta constatare che non solo il termovalorizzatore di HERA fu triplicato ben oltre le esigenze della provincia di Ferrara, che produce meno di 50.000 t/anno di rifiuti indifferenziati a fronte del fabbisogno di 142.000 t/anno che il nuovo impianto richiede, ma che gli accordi intrapresi 15 anni fa, per limitarne la produzione e non peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria, non sono stati di fatto rispettati e da anni subiamo gradualmente l’aumento dei conferimenti, a danno della nostra salute.


TOTALE MANCANZA DI TRASPARENZA


Siamo delusi dal fatto che, nonostante l’importante Progetto Air Break coinvolga la Rete Giustizia Climatica Ferrara da tempo e si siano instaurati rapporti collaborativi col Comune, siamo venuti a conoscenza di questo procedimento amministrativo soltanto “a giochi fatti”, quando era già stata assunta la decisione che implementerà, di fatto, il bruciatore.

E’ successo di nuovo, hanno deciso senza dire nulla all’esterno.


Mentre si cerca un dialogo e si coinvolgono cittadini e associazioni in progetti di partecipazione su tematiche ambientali, nel silenzio totale vengono prese, in altre sedi, decisioni che peggiorano la condizione ambientale della città e della sua aria.


Dimenticando che i cittadini sono portatori di interesse e che vanno coinvolti.

ORA RICORSO STRAORDINARIO E REVISIONE DELL’AIA


Solleva sapere che è stato presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato avverso la decisione di ARPAE, ma è doveroso ricordare che la trasparenza e la collaborazione instaurata imponevano al Comune di coinvolgerci prima, per poter partecipare attivamente al procedimento, studiare la questione ed opporci presentando le nostre osservazioni quando era possibile ed utile farlo.
Ben si poteva obiettare negativamente alla proposta di modifica, considerando che l’impianto era soggetto a misure più rigorose di quelle ottenibili con le BAT (Best Available Techniques), al fine di assicurare sull’area il rispetto delle norme di qualità ambientale, ex art. 29-septies del TUA (Testo Unico Ambientale).


Nel caso il ricorso non vada a buon fine ricordiamo che in presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell’autorizzazione, il sindaco, quando lo ritenga necessario nell’interesse della salute pubblica, può chiedere all’autorità competente di riesaminare l’autorizzazione, ex. art. 29-quater TUA, con proprio motivato provvedimento, corredato dalla relativa documentazione istruttoria e da puntuali proposte di modifica dell’autorizzazione.

Siamo ben consci che, per decenni, la politica è stata supina rispetto alle richieste di HERA e che gli interessi economici della società, troppe volte, hanno prevalso sugli interessi dei ferraresi.


SUBITO STUDIO DI FATTIBILITÀ SULLA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO RACCOLTA RIFIUTI


L’unico modo per sdoganare questo sistema, che pregiudica la nostra salute e la qualità dell’ambiente, è puntare sulla ripubblicizzazione del servizio, affinché la gestione dei rifiuti torni ad essere un interesse pubblico e non un mercato in cui massimizzare il business economico di pochi. In questo modo diventerebbe più difficile anche per HERA sostenere la termovalorizzazione di rifiuti nel caso in cui la maggior parte di essi non provengano dalla nostra provincia. Chiediamo la ripubblicizzazione perchè è giusto farlo nell’interesse dei cittadini e perchè potrebbe finalmente porre un freno alla straripante onnipotenza del monopolista, della quale è palese dimostrazione quest’ultima vicenda.


Non possiamo sottacere i gravi rilievi di ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) nei confronti di Hera Ambiente ed Atersir (Delibera Anac n. 626 del.7 giugno 2017) in merito a scarsa trasparenza nella gestione degli appalti e del regime di prorogatio nella gestione dei rifiuti.


I termovalorizzatori pretendono enormi quantitativi di rifiuti da bruciare per poter raggiungere apprezzabili livelli di produzione. Mentre i cittadini ferraresi si impegnano a garantire che l’85% dei rifiuti sia differenziato, sconforta sapere che a causa dei bruciatori, oltre il 50% di plastica sia destinato a combustione.

Per garantire una reale transizione ecologica verso sistemi di gestione meno impattanti chiediamo con urgenza uno studio di fattibilità, per analizzare i modi, i tempi e i costi della ripubblicizzazione del servizio rifiuti.
Ancora oggi ci troviamo a ripetere che nella scala gerarchica della gestione del rifiuto, il recupero di energia mediante termovalorizzazione è la seconda tecnica di gestione più impattante, dopo il conferimento in discarica e risulta ad esso strettamente legato, poiché il 30% della quantità di rifiuti combusti è comunque destinato allo smaltimento in discarica, dopo costosi trattamenti.
Per valorizzare l’impegno dei ferraresi profuso nella raccolta differenziata, per rispondere alle richieste delle associazioni ambientaliste a tutela della qualità dell’aria e della salute, occorre da subito agire per realizzare raccolta differenziata spinta, vuoto a rendere, riutilizzo e realizzare circolarità che garantiscano la produzione di rifiuto zero.


Siamo stanchi di essere asserviti agli interessi di HERA, non potete continuare a farci ammalare a norma di legge

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