Un incremento della produzione pro-capite dei rifiuti urbani del 5,4% che passerebbe dai 667 kg/ab anno del 2019 ai 703 del 2027 rispetto all’obiettivo della legge 16/2015 di riduzione a 539 Kg/ab., un indice di riciclaggio al 66%, inferiore rispetto al 70% previsto dalla legge ed al 72% già raggiunto dai comuni emiliano-romagnoli che stanno applicando la tariffa/TARI puntuale.
Ferrara, 21 giugno 2022. Affidato al
Cervap (Centro di Ricerca sul Valore Pubblico) di UNIFE lo studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti a Ferrara, richiesto dal Gruppo Rifiuti della Rete per la Giustizia Climatica nell'ambito della partecipazione al Tavolo di lavoro con il Comune di Ferrara. Centrale il ruolo avuto dalla Rete in questa operazione, per la quale continuerà a dare il proprio contributo.
A questo risultato si è arrivati
in primo luogo grazie all’impegno e l’iniziativa profusi in particolare in questi ultimi 2 anni
dalla Rete Giustizia Climatica di Ferrara, che non ha mai smesso di insistere, con la mobilitazione e
la proposta, perché si arrivasse a produrre lo studio di fattibilità. Fondamentale che lo studio non si concentri solo sugli aspetti economici della scelta della possibile ripubblicizzazione, ma intervenga anche sulle finalità di fondo cui deve rispondere il servizio rifiuti, a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti, e sulle modalità organizzative che meglio
rispondono ad esse. Anche per questo la Rete Giustizia Climatica ha chiesto di incontrare il Cervap UNIFE che elaborerà lo studio e di continuare il lavoro del Tavolo partecipativo, che dovrà occuparsi di tutte le tematiche relative al servizio rifiuti in città, dalla situazione tariffaria alle problematiche legate all’incenerimento e altro ancora. Leggi il comunicato stampa del Comune di Ferrara
Giungo 2023. Nell’elaborato della Rete Giustizia Climatica Ferrara ripercorriamo gli obiettivi di fondo che ispira il sistema di economia circolare e una politica dei rifiuti ambientalmente orientata. Li confrontiamo con i risultati raggiunti a livello nazionale e regionale, per sottolineare che alcuni passi significativi sono stati compiuti negli ultimi decenni, ma ne rimangono altri ancora deludenti, a partire dall’insufficiente riduzione dei rifiuti prodotti. Lo stesso ultimo Piano Regionale dei Rifiuti e delle Bonifiche 2022-2027, da questo punto di vista, risulta decisamente arretrato. Passiamo poi ad esaminare i risultati delle 307 gestioni di Comuni/Distretti esistenti in Emilia-Romagna, prendendo come parametro di virtuosità quello dei minori rifiuti avviati a smaltimento, come rilevati da Atersir. Risulta evidente come i migliori risultati siano ottenuti, in generale, dalle gestioni che associano sistemi di tariffazione/tassazione di carattere puntuale alla modalità di raccolta porta a porta, e ciò anche per quanto riguarda la riduzione dei costi del servizio. Il ricorso alla gestione pubblica, poi, rafforza questa tendenza. L’esame, sia pur sintetico, di 2 casi di studio relative alle aziende pubbliche Contarina e Alea, la prima operante nell’area del trevigiano e la seconda in quella forlivese, conferma ulteriormente questo dato. Infine, ci soffermiamo sulle possibilità della ripubblicizzazione del servizio rifiuti a Ferrara ( non parliamo del passaggio alla modalità Porta a Porta, perché lo scritto è antecedente a quando lo studio UNIFE è stato reso pubblico), evidenziando come sia più che fattibile realizzarla anche sotto il profilo del fabbisogno finanziario: in particolare, individuiamo la possibilità di ricorrere alle riserve disponibili di Ferrara Tua SpA o, in via subordinata, alla vendita di parte delle azioni Hera, non vincolate dal patto di sindacato tra i soci pubblici, da parte del Comune di Ferrara.
La vicenda della possibile ripubblicizzazione del servizio dei rifiuti urbani a Ferrara nasce da lungo
tempo. In particolare, essa ha origine dalla fine del 2017, quando scade la concessione del servizio
ad Hera. Nel corso del 2018, le Associazioni “Ferraraincomune” e “Comitato Mi rifiuto”
raccolgono circa 1000 firme su una proposta di delibera di iniziativa popolare comunale.
La proposta di delibera di iniziativa popolare chiede di approntare uno studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio e la costituzione di un Tavolo partecipativo per discutere la realizzazione di tale percorso. In data 22 ottobre 2018 il Consiglio comunale vota una delibera, che si discosta non poco dalle richieste contenute dalla delibera di iniziativa popolare, ma comunque decide la costituzione del Tavolo partecipativo. Il Tavolo parte nel 2019, con la precedente Amministrazione, e prosegue anche nel 2020 e 2021, in modo stentato e poco produttivo.
Il tema torna alla ribalta nella discussione cittadina a seguito della decisione di innalzare la quantità di rifiuti conferiti all’inceneritore da 130.000 a 142.000 tonnellate e con la manifestazione "Ci siamo rotti i polmoni" organizzata dalla Rete Giustizia Climatica il 21 maggio 2021, nella quale viene rilanciata anche la richiesta di ripubblicizzazione del servizio. Successivamente, nel giugno 2021, il Consiglio comunale vota con una larga maggioranza un ordine del giorno promosso dal consigliere M5S Mantovani, nel quale si afferma di procedere alla messa a punto dello studio di fattibilità.
Riprendono i lavori del Tavolo partecipato nell’agosto del 2021, dove la Rete Giustizia Climatica di Ferrara riafferma con forza il fatto di dar corso a quella decisione. La discussione va avanti con la fine del 2021 e l’inizio del 2022 e, in particolare, la RGC organizza un convegno pubblico il 5 marzo per rimotivare le ragioni e la necessità dello studio di fattibilità e della ripubblicizzazione del servizio. In data 10 marzo 2022, si riunisce il Tavolo partecipativo, nel corso dei cui lavori l’assessore Balboni annuncia la decisione di procedere con lo studio di fattibilità e affidarlo all’Università di Ferrara.
Sabato 5 marzo 2022 dalle 10 alle 13 la Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara organizza presso lo Spazio Grisù un evento per rilanciare le domande sul futuro della gestione rifiuti agli amministratori della nostra città.
Per l'occasione abbiamo invitato il Presidente di Zero Waste Europe, nonchè Premio Goldman per l'Ambiente nel 2013, Rossano Ercolini, a raccontarci come in altre città il futuro della gestione dei rifiuti è già iniziato. Insieme a lui interverranno il Direttore dell'azienda ALEA AMBIENTE SpA, Angelo Erbacci, che ci racconterà la positiva esperienza vicina a noi di Forlì, con il porta a porta spinto. Seguiranno gli interventi di alcuni componenti del Gruppo Rifiuti della Rete per la Giustizia Climatica, Corrado Oddi sulla ripubblicizzazione del servizio di gestione rifiuti a Ferrara, e Marianna Suar sulla situazione dell'incenerimento rifiuti a Ferrara e sulle criticità dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Un'altra testimonianza importante sarà quella di Natale Belosi, coordinatore scientifico della Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna che ha contribuito a elaborare la proposta per la legge regionale di iniziativa popolare sui rifiuti, promossa dalla Rete per l'Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna (RECA) e da Legambiente Emilia-Romagna. La proposta, insieme ad altre 3, si potrà sottoscrivere anche a Ferrara dalla metà di marzo in poi. Gli interventi previsti nel ricco programma apriranno una discussione aperta a tutti che reclama a gran voce l'intervento degli amministratori che la Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara ha invitato a intervenire: Alan Fabbri Sindaco del Comune di Ferrara, Alessandro Balboni, Assessore all’Ambiente, Irene Priolo, Assessore all’Ambiente Regione Emilia- Romagna e i capogruppo dei Gruppi consiliari del Comune di Ferrara.
La Rete per la Giustizia Climatica aveva già posto molte domande 9 mesi fa, ma ad oggi ha ricevuto poche e fumose risposte. Abbiamo dunque pensato di attivare una campagna di comunicazione dell'evento - a mezzo social sulle nostre pagine Facebook e Instagram - incentrata proprio su queste domande, per ricevere risposte ai nostri interrogativi sul futuro della città. Seguici sui social e DIFFONDI L'INVITO A PARTECIPARE!
87% di raccolta differenziata: perché la tariffa sui rifiuti aumenta?
Inceneritore: perchè bruciare 12 mila tonnellate in più di rifiuti speciali?
Inceneritore: che ne è stato del riesame dell’AIA?
Polveri sottili: cosa ci respiriamo davvero?
Verso rifiuti zero: perchè non facciamo il porta-a-porta spinto come a Forlì?
Ripubblicizzazione dei rifiuti: a quando lo studio di fattibilità?
Le richieste della Rete di Giustizia Climatica Ferrara: ORA ricorso straordinario e revisione dell’AIA. SUBITO uno studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio raccolta rifiuti
Ferrara, 26 maggio 2021. A nome della Rete Giustizia Climatica di Ferrara, che lo scorso venerdì 21 maggio è scesa in piazza con la manifestazione “Ci siamo rotti i polmoni!”, intendiamo esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti della decisione di ARPAE (Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell´Emilia-Romagna), determinata a seguito della Conferenza dei Servizi, di autorizzare la modifica sostanziale dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) del termovalorizzatore di HERA, sito in via Diana.
Esprimiamo la nostra forte contrarietà rispetto al parere positivo dato in quella sede dal Comune di Ferrara.
ASSOLUTO NO A 12000 TONNELLATE IN PIÙ DI RIFIUTI DA BRUCIARE
Questa modifica consente all’impianto di bruciare più rifiuti, che passeranno da 130.000 t/anno a 142.000 t/anno, e saranno rifiuti più pericolosi perché saranno prevalentemente rifiuti speciali, di cui preoccupano soprattutto i fanghi di depurazione e similari.
E’ stata infatti derubricata a semplice raccomandazione la precedente prescrizione che vincolava il conferimento di rifiuti speciali: “Il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi dovrà avvenire in via complementare e minoritaria, nel pieno e vincolante rispetto del principio di prossimità, fino al limite massimo complessivo già autorizzato”.
Come se non bastasse, in una città come Ferrara, già record negativo per polveri sottili, tra le peggiori d’Europa per qualità dell’aria, anche i controlli delle emissioni dell’impianto di HERA subiranno una riduzione sostanziale.
Il progetto, sulla carta, sostiene di diminuire l’impatto ambientale, perchè bruciando più rifiuti al massimo della potenza dell’impianto si dovrebbe ridurre l’emissione di CO2 equivalente in atmosfera, così come il quantitativo di micropolveri, da 500 kg/anno attuali a 450 kg/anno.
Queste osservazioni tengono conto, però, solo di due indici, ossia il consumo di CO2 equivalente e l’emissione di micropolveri (PM10 e PM 2.5), ma non considerano le altre concentrazioni di inquinanti, prime tra tutte le pericolose nanopolveri.
Sconforta constatare che non solo il termovalorizzatore di HERA fu triplicato ben oltre le esigenze della provincia di Ferrara, che produce meno di 50.000 t/anno di rifiuti indifferenziati a fronte del fabbisogno di 142.000 t/anno che il nuovo impianto richiede, ma che gli accordi intrapresi 15 anni fa, per limitarne la produzione e non peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria, non sono stati di fatto rispettati e da anni subiamo gradualmente l’aumento dei conferimenti, a danno della nostra salute.
TOTALE MANCANZA DI TRASPARENZA
Siamo delusi dal fatto che, nonostante l’importante Progetto Air Break coinvolga la Rete Giustizia Climatica Ferrara da tempo e si siano instaurati rapporti collaborativi col Comune, siamo venuti a conoscenza di questo procedimento amministrativo soltanto “a giochi fatti”, quando era già stata assunta la decisione che implementerà, di fatto, il bruciatore.
E’ successo di nuovo, hanno deciso senza dire nulla all’esterno.
Mentre si cerca un dialogo e si coinvolgono cittadini e associazioni in progetti di partecipazione su tematiche ambientali, nel silenzio totale vengono prese, in altre sedi, decisioni che peggiorano la condizione ambientale della città e della sua aria.
Dimenticando che i cittadini sono portatori di interesse e che vanno coinvolti.
ORA RICORSO STRAORDINARIO E REVISIONE DELL’AIA
Solleva sapere che è stato presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato avverso la decisione di ARPAE, ma è doveroso ricordare che la trasparenza e la collaborazione instaurata imponevano al Comune di coinvolgerci prima, per poter partecipare attivamente al procedimento, studiare la questione ed opporci presentando le nostre osservazioni quando era possibile ed utile farlo.
Ben si poteva obiettare negativamente alla proposta di modifica, considerando che l’impianto era soggetto a misure più rigorose di quelle ottenibili con le BAT (Best Available Techniques), al fine di assicurare sull’area il rispetto delle norme di qualità ambientale, ex art. 29-septies del TUA (Testo Unico Ambientale).
Nel caso il ricorso non vada a buon fine ricordiamo che in presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell’autorizzazione, il sindaco, quando lo ritenga necessario nell’interesse della salute pubblica, può chiedere all’autorità competente di riesaminare l’autorizzazione, ex. art. 29-quater TUA, con proprio motivato provvedimento, corredato dalla relativa documentazione istruttoria e da puntuali proposte di modifica dell’autorizzazione.
Siamo ben consci che, per decenni, la politica è stata supina rispetto alle richieste di HERA e che gli interessi economici della società, troppe volte, hanno prevalso sugli interessi dei ferraresi.
SUBITO STUDIO DI FATTIBILITÀ SULLA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO RACCOLTA RIFIUTI
L’unico modo per sdoganare questo sistema, che pregiudica la nostra salute e la qualità dell’ambiente, è puntare sulla ripubblicizzazione del servizio, affinché la gestione dei rifiuti torni ad essere un interesse pubblico e non un mercato in cui massimizzare il business economico di pochi. In questo modo diventerebbe più difficile anche per HERA sostenere la termovalorizzazione di rifiuti nel caso in cui la maggior parte di essi non provengano dalla nostra provincia. Chiediamo la ripubblicizzazione perchè è giusto farlo nell’interesse dei cittadini e perchè potrebbe finalmente porre un freno alla straripante onnipotenza del monopolista, della quale è palese dimostrazione quest’ultima vicenda.
Non possiamo sottacere i gravi rilievi di ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) nei confronti di Hera Ambiente ed Atersir (Delibera Anac n. 626 del.7 giugno 2017) in merito a scarsa trasparenza nella gestione degli appalti e del regime di prorogatio nella gestione dei rifiuti.
I termovalorizzatori pretendono enormi quantitativi di rifiuti da bruciare per poter raggiungere apprezzabili livelli di produzione. Mentre i cittadini ferraresi si impegnano a garantire che l’85% dei rifiuti sia differenziato, sconforta sapere che a causa dei bruciatori, oltre il 50% di plastica sia destinato a combustione.
Per garantire una reale transizione ecologica verso sistemi di gestione meno impattanti chiediamo con urgenza uno studio di fattibilità, per analizzare i modi, i tempi e i costi della ripubblicizzazione del servizio rifiuti.
Ancora oggi ci troviamo a ripetere che nella scala gerarchica della gestione del rifiuto, il recupero di energia mediante termovalorizzazione è la seconda tecnica di gestione più impattante, dopo il conferimento in discarica e risulta ad esso strettamente legato, poiché il 30% della quantità di rifiuti combusti è comunque destinato allo smaltimento in discarica, dopo costosi trattamenti.
Per valorizzare l’impegno dei ferraresi profuso nella raccolta differenziata, per rispondere alle richieste delle associazioni ambientaliste a tutela della qualità dell’aria e della salute, occorre da subito agire per realizzare raccolta differenziata spinta, vuoto a rendere, riutilizzo e realizzare circolarità che garantiscano la produzione di rifiuto zero.
Siamo stanchi di essere asserviti agli interessi di HERA, non potete continuare a farci ammalare a norma di legge
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