30Ferrara sarà una città per tutt*.

La campagna della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara vuole rendere Ferrara una città più vivibile e sicura per tutt*.


 
Capiamo perfettamente che, ad un primo sguardo, tale limitazione possa sembrare draconiana e non giustificata, ma cosa rispondereste se vi dicessimo che si possono dimezzare gli incidenti, i morti e i feriti, senza perdere un minuto nei propri spostamenti e a costi bassissimi? Chi potrebbe avere argomenti più validi rispetto a questo?


La nostra proposta

Trasformare Ferrara in una Città 30, come tante altre città europee: si tratta di introdurre un nuovo limite generalizzato di velocità, per tutti i veicoli, di 30 km/h su tutta l’area urbana della città di Ferrara. Esclusi da tale limite sarebbero solo alcuni assi di scorrimento principale (che manterrebbero gli attuali limiti di 50, 70 o 90 km/h). Naturalmente è essenziale che questo provvedimento sia accompagnato da una serie di sistemazioni al tessuto urbano, accorgimenti e modifiche che – è già dimostrato dalle altre esperienze – renderanno più scorrevole la guida agli automobilisti, più fluido lo spostamento dei mezzi pubblici, più agevoli i tragitti per i ciclisti e più sicure e serene le strade anche per i pedoni. In città ed in corrispondenza di scuole e ospedali dovranno essere pensate più zone pedonali e zone di incontro, con limitazioni orarie di accesso alle auto.

accendiamo la scintilla adesso!

 I vantaggi di una città 30 sono tanti. E non si tratta di vantaggi teorici, ma pratici: noi basiamo infatti la nostra convinzione su argomenti scientifici e su esperienze dirette di altre città dove il limite è già applicato, e dove le rilevazioni statistiche o i sondaggi permettono già di capire che 30Ferrara è la città del futuro: meno morti e feriti, meno stress, meno rumore, meno smog, meno ingorghi, più biciclette, più sicurezza, più vita. E’ necessario, e auspicabile, un cambio di mentalità per abbracciare la città 30, e noi contiamo di accendere la scintilla adesso.

La città 30 salva vite umane

L’idea, comunque, non dev’essere poi così balzana se l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha dedicato il decennio 2021-2030 alla sicurezza stradale, prevede un ruolo fondamentale per le “città30” nella riduzione del numero di morti e feriti dovuto a incidenti di traffico e nel raggiungimento di alcuni degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A seguito della dichiarazione congiunta di Stoccolma del febbraio 2020, nell’agosto 2020 i Capi di Stato di 194 Paesi hanno firmato la risoluzione delle Nazioni Unite 74/299 per il miglioramento della sicurezza stradale. La Dichiarazione di Stoccolma è basata su studi degli ultimi decenni in città come Graz, Austria; Londra, Regno Unito; New York, USA; e Toronto, Canada, che hanno dimostrato come i limiti di velocità di 30 km/h e le zone 30 abbiano prodotto riduzioni – spesso significative – degli incidenti stradali, delle lesioni e dei decessi: le prove dimostrano che le strade a 30 km/h in cui le persone si mescolano al traffico non solo salvano vite, ma promuovono anche gli spostamenti a piedi e in bicicletta e il passaggio a una mobilità a zero emissioni di carbonio. L’OMS stima così di salvare almeno 25.000 vite umane da qui al 2035. Ricordiamo che l’aumento di zone30 è previsto anche dal PUMS, il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile del Comune di Ferrara che “dovrebbe” regolare le scelte dei prossimi anni.


Chi critica la città30 non è in grado di portare alcun dato o esperienza a sostegno della propria tesi, semplicemente perché non esiste alcuna evidenza di svantaggi nella città30.


Nota: i testi e le immagini di Ferrara30 sono tratti dalla campagna www.bologna30.it.

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